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90 LA PRIAPEA

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XLVI.

Vuole alcun, che ’l cazzetto piccinino
  Piaccia alla donna, pur che sia saccente.
  E sappia con destrezza e finamente
  4Fregar la spazzatura del camino.
Dice altri, ch’ella il vuole cavallino,
  E che in grossezza non gli manchi niente,
  E sia terribilissimo e possente
  8Più ch’oggi in Roma il cazzo d’Antonino.
E tal lingua che chiacchiera e cicala,
  Ch’ella nol voglia se non è sì forte,
  11Che faccia di due camere una sala.
Ma le son baje e ciancie poco accorte,
  Che o grossi o corti o lunghi come scala,
  14Aman le donne cazzi d’ogni sorte.


XLVII.

Suol oggi dire ogni parabolano,
  Che vende le parole a poche spese,
  Quel bel proverbio: potta Ferrarese,
  4Cul Bolognese, e cazzo Mantovano.
Ma simil motto mi par forte strano,
  E nascer ne potria, ch’ogni paese,
  Ridendo ne verrebbe alle contese,
  8Ed a bell’agio poi giuocar di mano.
Ben abbia Roma santa, e chi l’adora,
  Perchè siccome in ogni cosa è dotta,
  11Di questa opinione è molto fuora.
Ma di simile baja non borbotta,
  E per mostrarlo parimente onora
  14Ogni culo, ogni cazzo, ed ogni potta.

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