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Soprusi, angherie e violenze del diavolo 145

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il diavolo.djvu{{padleft:153|3|0]]vano favori e carezze; ma pagavan cara qualche volta, anche in questo mondo, l’apparente immunità loro. Molti di essi furono da ultimo squartati vivi, fracassati, e abbruciati dai diavoli; molti furono portati via interi interi.


La ossessione più formidabile era quella a cui andavano soggetti i moribondi, fossero essi peccatori o santi. Il diavolo aspettava che l’uomo fosse disteso sopra un letto di dolore, vinto dal male, angosciato dal pensiero della morte imminente e del giudizio che lo attendeva, e gli dava allora l’ultimo e più terribile assalto. Secondo un’antica credenza, Satana aveva assistito, sul Calvario, alla morte del Redentore, anzi, dicevano alcuni, aveva osato, simile a un uccel di rapina, posarsi sopra uno dei bracci della croce; non doveva egli dunque assistere all’agonia delle sciagurate creature per la salute delle quali il Redentore aveva sparso il suo sangue? Non una, ma molte ragioni lo inducevano a far così, e non facevano se non confermare una divulgata opinione i vescovi di Reims e di Rouen, che in una lettera da essi

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