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156 Capitolo quinto

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il diavolo.djvu{{padleft:164|3|0]]bili, le meraviglie e le singolarità intellettuali e morali.

La persona morale dell’indemoniato era una persona mutata di pianta, o in vario modo alterata; non di rado soppressa interamente, oppure ritagliata e sminuita. In fatti, nell’indemoniato non c’era più un’anima sola; ma ce n’erano almeno due, e potevano essercene le centinaia e le migliaja, se a centinaia od a migliaja si contavano i demonii invasori, e la vita psichica di lui, tanto che la possessione durava, era il risultamento e il prodotto della sovrapposizione, dell’intreccio, della fusione di quelle due, o di quelle cento, o mille anime. L’indemoniato, secondo che variava l’influsso diabolico, secondo che l’accesso sopravveniva o si dileguava, perdeva o racquistava coscienza di sè, ricordava o non ricordava il passato, era lui, o non era lui, o era solamente una parte e un frammento di sè.

Gl’indemoniati mostravan di solito profondo pervertimento morale. Bestemmiare Iddio, la Vergine, i santi; deridere le verità della fede, e le cerimonie del culto; mostrare una ripu-

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