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178 Capitolo sesto

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il diavolo.djvu{{padleft:186|3|0]]ed angusto abbia il nome di casa di Dio, pone alcuna moneta nella cassetta delle elemosine, ben sapendo a quale uso queste si serbino, filosofeggia e deride, si siede nel confessionale e confessa il principe Enrico, assolvendolo con una maledizione, poi se ne va pei fatti suoi.


Il mondo fisico era in preda a una vera infestazione diabolica; ma così ancora era il mondo umano. In tutti i fatti della storia Satana era immischiato, sia per promuovere, sia per contrastare e confondere. Egli suscitava le eresie, egli poneva la tiara in capo agli antipapi e la superbia in cuore agli imperatori, egli sommoveva i popoli, preparava e capitanava le ribellioni e le invasioni. Le armi e le vittorie di quei saraceni che misero in periglio la cristianità, erano armi sue, vittorie sue. Della interminabile e varia tela della storia egli era il tessitore più operoso e più industre. I mali costumi e le cattive leggi, il fasto ed il lusso, gli spettacoli profani, il denaro per cui tutto si compra e si vende, erano sue invenzioni. Gli istrioni, i giullari, i bagatellieri, lavoravano per lui, sotto i suoi ordini.

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