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346 Capitolo duodecimo

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il diavolo.djvu{{padleft:354|3|0]]fosse la cagione, che i diavoli sfacciati e protervi, ripeterono parola per parola, con ischerno, le sante orazioni con cui altri s’ingegnava di tenerli in rispetto, e i salmi stessi del libro sacro; che ghignarono atrocemente alla vista di quella croce a cui di solito volgevano, fuggendo, le spalle; che trescarono tripudiando sotto l’aspersorio, e che tanto più gli assalti loro diventarono rabbiosi e frequenti, quanto maggiori furono le difese.


I santi erano, tra gli uomini, i più terribili avversarii di Satana, quelli che combattevano senza riposo contro di lui, sia per difendere sè medesimi, sia per difendere gli altri, e porre argine al suo mal fare. Molte insidie e infinite noje essi dovevano soffrire da lui; ma spesso se ne ricattavano con usura, e quanto più aspra e lunga era stata la battaglia, tanto più glorioso e pieno era il trionfo. Si potrebbe riempire un libro con la storia autentica degli sfregi, delle strane burle e delle sante correzioni che Satana e gli spiriti suoi ebbero da buoni servi di Dio, così dell’uno come dell’altro sesso, da anacoreti

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