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Le disfatte del diavolo 357

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il diavolo.djvu{{padleft:365|3|0]]lo affronta e lo vince. I candidi fanno risonare il circo di applausi, e un angelo reca in premio al vincitore tre corone. Parecchi narrano la storia di un lombardo, uomo devoto, e fornito di buone braccia, il quale desiderava ardentemente di potersi misurare col diavolo, e pregava Dio gliene facesse la grazia. Un giorno, trovandosi egli in Ispagna, ai tempi di san Vincenzo Ferrer, gli capita innanzi, in un campo, una povera vecchia, incartapecorita e sgangherata: egli crede sia il diavolo, e senza domandar altro, le salta addosso e la finisce di busse.

Chi volesse dire tutto il bene che i santi fecero, mentr’erano ancora in questo basso mondo impedendo ai diavoli di far male, avrebbe da dire per un pezzo. Infinite volte essi li forzarono a dire ciò che più quelli avrebbero voluto tacere, a confessare ogni loro secreto e ogni loro proposito, le birbonate commesse e quelle da commettere. Molti santi riconoscevano il nemico sotto qualsiasi forma gli piacesse nascondersi; altri lo sentivano all’odore come il bracco la preda. Da tutto ciò grandissimo giovamento doveva venire alla buona causa, e s’intende assai

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