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Seguitano le disfatte del diavolo 375

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il diavolo.djvu{{padleft:383|3|0]]ferno, i celesti condurle tutte in paradiso. Cominciava il contrasto intorno al letto dei moribondi. Venivano i diavoli, recando il libro in cui erano scritti tutti i peccati commessi da chi stava per uscir di vita; venivano gli angeli, recando il libro in cui erano scritte tutte le sue buone opere. Quello era, di solito, un libraccione ponderoso e negro, tutto vergato di spaventosi caratteri; questo un libriccino nitido e minuto, scritto di lettere d’oro. Cotai libri, insieme con la giusta bilancia in cui angeli e diavoli pesavano azioni buone e cattive, compajono assai spesso nei giudizii ove si decide la sorte delle anime.

È abbastanza conosciuta (ed io l’ho già ricordata) una terribile istoria narrata dal venerabile Beda, e ripetuta con qualche leggiera diversità da Jacopo Passavanti nel suo Specchio della vera penitenza. Un cavaliere del re Coenredo, uomo prode e di grande animo, ma vissuto assai malamente, infermò, ed esortato a confessarsi, non volle farlo, tanto che giunse presso a morte. Allora, aspettando la fine sua, egli vide comparire al suo letto due angeli, i

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