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Il diavolo ridicolo e il diavolo dabbene 403

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il diavolo.djvu{{padleft:411|3|0]]primo che vi passerà sopra gli abbia ad appartenere. Costruito il ponte, ci si fa passar sopra un cane, o altro quadrupede, e il diavolo deve contentarsi di quella preda. Di più d’uno si racconta che, invece dell’anima e del corpo, lasciò al diavolo l’ombra. Il diavolo insegnava una volta magia nella città di Salamanca. Egli aveva dichiarato ai suoi uditori che, a corso finito, avrebbe tolto in pagamento, anima e corpo, a colui che rimarrebbe ultimo nell’aula. Venuto il giorno stabilito, gli uditori traggono a sorte chi debba soddisfare il debito. Rimane ultimo uno studente, il quale al diavolo, che sta per ghermirlo, addita l’ombra propria sul muro. Il diavolo, stimandola persona, s’avventa per acciuffarla, e intanto lo studente se la svigna. Questa novelletta diede argomento a una poesia di Teodoro Körner. Nel noto romanzetto del Chamisso il diavolo si toglie l’ombra di Pietro Schlemihl ma sapendo ciò ch’ei si fa.

La dabbenaggine e la credulità di certi diavoli minori passano ogni limite. Il trovero francese Rutebeuf, già ricordato, narra di uno, che pensandosi di raccogliere in un sacco l’anima

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