< Pagina:Il diavolo.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
442 Capitolo decimoquinto

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il diavolo.djvu{{padleft:450|3|0]]l’essere e la perfezion del carattere. Esso è necessario allora, ed è così vero ciò, che la Riforma non lo tocca e lo accetta qual è.

Ma una religione muta a poco a poco al par di ogni altra cosa che viva; muta negli animi, se non nei dogmi, nei sentimenti, se non nei libri. Anche il cristianesimo muta, e mancati gli ostacoli che gliel vietavano prima, ritorna a poco a poco alla purità delle origini, tende sempre più a spiritualizzarsi, e a ridiventare essenzialmente, quale fu nei primordii, religione di speranza e d’amore, di letizia e di pace, rimovendo da sè tutto il tenebroso e il terribile che la barbarie di lunghi secoli le trasfusero in seno. Tale lavoro, pur troppo, non ancora si compie nei dogmi, nè coloro lo fanno che si chiamano custodi e ministri di verità, sieno essi di qual grado si vogliano; ma si fa da sè, spontaneamente e silenziosamente, a poco a poco, nell’intimo e nel secreto delle coscienze. Quanti cristiani ho io conosciuti e conosco, e dei più profondamente religiosi, e dei più degni, che del diavolo non vogliono udir discorrere, e risolutamente negano che un Dio di misericordia e

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.