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452 Capitolo decimoquinto

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Pére adoptif de ceux qu’en sa noire colère
Du Paradis terrestre a chassé Dieu le Père,
O Satan, prends pitié de ma longue misère!


Il vinto si muta in vincitore, rientra in quel cielo onde fu bandito, e uccide il suo nemico. L’empio Rapisardi narrò in mirabili versi questa suprema vittoria di Lucifero:

  Così dicendo (ed additava il sole
Che sotto ai passi gli sorgea), toccollo
De l’acuto suo raggio, e parte a parte
Lo trapassò. Stridea, come rovente
Ferro immerso ne l’onda, il simulacro
Fuggitivo del Nume; e, a quella forma
Che crepitando si scompone e scioglie
Fumigante la calce a l’improvviso
Tasto de l’acqua o del mordente aceto,
Tale al raggio del Ver struggeasi il vano
Fantasima; e in vapore indi converso,
Tremolando si sciolse, e a l’aria sparve.

Ma questi sono simboli e miti poetici, a cui altri poeti non mancarono di contraddire. Nell’Armando del Prati, Mastragabito, cioè Satana,

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