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46 Capitolo secondo

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il diavolo.djvu{{padleft:54|3|0]]I manichei, eretici famosi sorti verso il mezzo del terzo secolo, attribuivano al principe dei demonii, non solo forma umana, ma gigantesca, e gli uomini dicevano fatti ad immagine sua. Sant’Antonio, che sotto tanti altri aspetti ebbe a vederlo, lo vide appunto una volta in figura di smisurato gigante, che toccava col capo le nubi, e tutto nero; ma un’altra volta in figura di un fanciullo, nero del pari, ed ignudo. Il color nero si trova dato ai diavoli, come loro color naturale, sino dai primi secoli del cristianesimo, e le ragioni che suggerivano di darglielo si palesan da sè, tanto sono ovvie e spontanee. Più di un anacoreta della Tebaide vide indemonio in figura di Etiope, il che prova una volta di più come il demonio ritragga sempre de’ tempi e de’ luoghi in mezzo ai quali si muove, o è fatto muovere; ma infiniti altri santi di poi continuarono a vederlo a quel modo, non ultimo san Tommaso d’Aquino. La figura gigantesca non è nemmen essa senza ragione, giacchè in tutte le mitologie, i giganti sogliono essere malvagi. Nella greca i Titani sono gli avversari di Giove, e però Dante li pone in inferno. Lo stesso Dante

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