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6 | avvertenza della prima edizione |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il dottor Antonio.djvu{{padleft:10|3|0]] nell’esiglio dalla speranza di battersi per liberare il suo paese; e, battendosi un giorno in Napoli, è quivi dalla Gran Corte Criminale condannato e sepolto in un carcere. Ma il merito grande del libro sta nell’averci mostrato un esiglio come quello del Dottor siciliano; nell’avere svolto un amore come il suo, del quale in tutto il racconto, non è mai proferito il nome, se non quando già tuona il cannone per la battaglia: «Lucy, questo non è momento da far molte parole (e il fuoco non rallentava punto mentre parlava), Lucy, io ti amo, ti ho amata ardentemente per tutti questi otto anni — ti amerò sino alla tomba. Ma la mia patria ha su di me diritti anteriori ai tuoi;» — e parte lasciandola, ed è ferito, nè più si rivedranno. Il merito grande sta nell’aver messo in iscena un patriota senza declamazioni; che ama l’Italia, ma più anche gli Italiani, e che vedesi, occorrendo, che sarà prodigo della propria vita, e, ideale sino all’esaltazione, mostra pure di adempiere scrupolosamente gli obblighi positivi della sua vita d’ogni giorno. Pare convinto non prepararsi per altro modo i grandi fatti politici; che per lui la nazione non è un portato astratto, ma il modo di aiuti vicendevoli. Riuscendogli troppo amaramente doloroso l’esiglio da tutta Italia, volentieri si era adattato a vivere oscuro, ignoto, dite anche fuor del suo posto, in un paesetto di provincia dell’estrema Liguria, fra povera gente: — pur di non passar oltre le Alpi, — pur di non togliersi alla vista de’ monti, del mare, e del nostro cielo bellissimi; — pur di ascoltar sempre la lingua del sì, o almeno un dialetto di essa.
Ora, questo carattere, nel racconto è posto di fronte al carattere di sir John Davenne, vero tipo inglese: e dicendo tipo inglese, accenno a una razza d’uomini dove c’è pur sempre del grande. Certo, sir John rispetto al Dottore è piccino, meschino, gottoso e riottoso; per le quali ragioni l’accoglienza fatta a questo libro dagli Inglesi, parmi che formi un bell’elogio di quel paese. Come una gente veramente grande, essi non temono siano svelate le mende del loro carattere nazionale; le quali vorranno modificate e corrette. Ma l’inglese sir John nulla ha di floscio, di balzo o di cascante; e questo Annibale che trova la sua Capua nell’Osteria del Mattone, mostra pure molta energia: e la sua cocciutaggine, l’alta idea che ha di sè, della sua famiglia e del suo paese, il disprezzo per tutto quanto non è inglese, e l’orgoglio smisurato per il suo figliuolo, se non sono qualità, son pur sempre indizii di forza. Come tutto il mondo sta per lui nella Inghilterra, così l’Inghilterra sta alla sua volta nella famiglia Davenne; e per Lucy oblia gli affari, e il viaggio, e Parigi e Londra. Se piegasi alle seduzioni del nostro cielo, e del mare, e delle spiagge d’Italia, vedi pure, anche quando cede, che piuttosto si spezzerebbe anzi che accondiscendere davanti a qual-