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104 il dottor antonio

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il dottor Antonio.djvu{{padleft:108|3|0]] gegno distinto nell’attual circostanza. Ma quello in che riusciva con inarrivabil perfezione, era la quotidiana espressione di rammarico e la replica di scuse per il disturbo che veniva dato al Dottore. Si sarebbe potuto giurare di vedere aghi acuti uscirgli di bocca ad ogni parola. Dopo molti inutili tentativi di conciliazione, Antonio conobbe il vento, e ripagò il Baronetto della stessa moneta: e gli restituiva gli inchini collo stesso angolo d’inclinazione col quale gli venivano fatti; e domandava dello stato di salute di sir John collo stesso suono glaciale nel quale era stato richiesto della propria: conducendosi sotto ogni altro rispetto come sir John non fosse esistito; ed entrando ed uscendo dall’osteria con una calma ed una equanimità, che lasciava il suo nemico Inglese nel dubbio se fosse o no da lui capita la sua tattica.

E, cosa assai strana! questo incomodo stato di cose era durato anche quando le cause dalle quali era stato prodotto erano in parte cessate; quando il sentimento d’irritazione del vecchio gentiluomo contro il giovane erasi considerevolmente cambiato: effetto prodotto principalmente dal migliore di tutti i pacieri, il tempo; e da varie altre cause quasi impercettibili, la cui azione sulla mente umana è positiva quanto indefinita. L’osteria, che da principio era stata, come il regno di Federico il Grande, «tutta irta di punte,» benchè non si fosse mutata in terra di pace scorrente latte e miele, tuttavia più non era quel letto di spine come da prima. In fin dei conti, sir John vi si trovava tollerabilmente comodo, riceveva ogni mattina regolarmente il Times, ed era così ben provvisto di quel favorito letterario passatempo che sono i giornali inglesi. Una valanga di sedie a bracciuoli, di sofà, di specchi, di cortine, di lucerne, di stoviglie, ecc., ecc., era venuta da Nizza per provvedere al suo agio; ed egli aveva del pari un cuoco squisito, il cuoco del defunto vescovo di Albenga, il più grande gastronomo della Riviera! Per la posta da Nizza a Genova, il suo corriere ingegnavasi provvedere la sua tavola di ogni cosa opportuna. Due vacche in una tenuta vicina erano state destinate al servigio della famiglia; e butirro passabilissimo figurava alla colazione e alla cena del Baronetto. Le sue passeggiate erano libere da ogni molestia, essendo ormai ben noto che al milordo Inglese non piaceva gli si parlasse. Sir John era una specie di notificazione ambulante, di «non è permessa la trasgressione.» Il Sindaco e la maggioranza dei Consiglieri municipali di Bordighera erano venuti a visitarlo in corpo; e così avea pur fatto un vecchio nobile chiamato per antonomasia

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