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108 | il dottor antonio |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il dottor Antonio.djvu{{padleft:112|3|0]]libri e fiori, Lucy si immerse ne’ suoi pensieri. Non aveva mai provato sin’allora un tale sentimento di solitudine; e siccome la mestizia presente ha il privilegio di richiamare alla mente la mestizia passata, così ella ricordava ora, stranamente distinta fra un cumulo di confusi pensieri e d’immagini, la persona di sua madre — memoria che faceva serrar le mani alla fanciulla; mentre un acuto dolore le penetrava nel vivo, come per la prima volta avesse allora conosciuto che non aveva più un cuor di madre su cui appoggiarsi. Allora la memoria la riportava indietro alla sua fanciullezza. La sua vecchia nutrice, i suoi giuochi, il praticello, il giardino, tutte le vecchie facce e le scene di famiglia tornarono innanzi a lei, e calde lagrime le corsero per le gote. Lucy era mestissima; e maravigliavasi perchè fosse sì mesta; e perchè mai si sentisse sì sola; e perchè vi fosse tale un vuoto intorno a lei. I suoi occhi eran pieni di lagrime, e incominciò a desiderare che Speranza venisse a tenerle compagnia, come Antonio le aveva detto che avrebbe fatto. Speranza era la sola compagnia conveniente a Lucy in quella mattina; Speranza che le sembrava, ed era tanto diversa dalla Hutchins, cui miss Davenne non avrebbe potuto riguardar mai come un sollievo.
Speranza apparì finalmente, e si recò cheta cheta a sedersi al solito suo posto a piè del letto. Lucy guardandola vide tracce di lagrime ne’ suoi occhi, e disse: «Voi avete pianto, Speranza? Ditemi che vi è occorso.» Speranza si provò a far una debole negativa colla mano, — il suo cuore, poverina, era tanto pieno, che qualunque tentativo di parlare lo avrebbe fatto traboccare, — e chinò il capo più basso sulla sua rocca.
— «Venite e parliamo,» disse Lucy. E tirandosela gentilmente vicino, chiese col più dolce tono di voce: «Chi vi tormenta, mia povera giovinetta?» La tenera voce di Lucy penetrò diritto nel cuore alla povera contadina, la quale, incapace di trattenersi più a lungo, nascose la sua faccia in seno a Lucy, e proruppe in uno scoppio di pianto e di singhiozzi. — «Ditemi che vi succede, ve ne prego, forse vi posso ajutare;» insistette Lucy baciando il capo a Speranza, e piangendo anch’ella quasi per confortarla.
— «Grazie, signora,» disse singhiozzando la giovinetta; «Dio vi rimeriterà della vostra pietà per me — ma al mio dolore non c’è ajuto.» E così dicendo si trasse di saccoccia una lettera, la pose in mano a Lucy, poi sedendosi di nuovo sul suo sgabello, si coprì la faccia col