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110 | il dottor antonio |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il dottor Antonio.djvu{{padleft:114|3|0]]viaggio a Marsiglia, e l’anello che scambiammo nella cappella della Madonna di Lampedusa. Ma non posso distaccarmene — realmente non posso.»
Lucy si asciugò gli occhi, mentre rendeva la lettera a Speranza, che non aveva mai cessato di singhiozzare e di cullarsi su e giù.
Ora la lettera di Battista, benchè esplicita sul principio, lasciava molti punti minori all’oscuro, i quali l’affettuosa giovanetta inglese, colla vera premura di una donna sentendo una storia d’amore, desiderava le fossero spiegati. Quel desiderio trasse ad una sequela di domande dalla parte dell’una, e di risposte dalla parte dell’altra, le quali ultime interrotte da singulti e da lagrime se ne accrescevano il patetico, ne guastavano anche la chiarezza. È da queste risposte, soltanto un po’ meglio ordinate, che estrarremo la piccola storia di Speranza, lasciandola tuttavia raccontata da lei interamente di sua bocca: per timore, narrandola noi, che non facessimo quello che Antonio aveva paura di fare, e non voleva — cioè alterarne la semplicità.
— «Battista,» cominciò Speranza, «era figlio unico di una povera donna stata sempre chiamata vedova Susanna, benchè suo marito fosse ancor vivo, ma egli l’aveva abbandonata avendo Battista soltanto due anni, ed erasene andato in Francia ove si era stabilito. Siccome la vedova Susanna abitava nella porta vicino a noi — ciò era molto prima che prendessimo questa osteria — Battista ed io ci trovavamo insieme tanto spesso, quanto se fossimo stati fratello e sorella; e quando nessun di noi due era ancor alto così — e la giovinetta segnava colla mano la tavola — egli non mi chiamava mai con altro nome, fuorchè «sposina,» ed io lo chiamava sempre «marituccio mio.» Ogni domenica, dopo i vespri, Battista mi aspettava alla porta della chiesa per tornar a casa con me, e non parlava mai ad altra fanciulla che a me, benchè a lui parlassero spesso molte altre — perchè, sebbene sia io che lo dica, è proprio vero, signora, egli era il più bel giovinetto del paese. Quando divenni più grande, e cominciai ad andare al bosco, ero sicura che Battista mi veniva incontro a mezza strada, e portava il fascio per me. Ne venne da ciò che si tenne come stabilito, e ognuno in Bordighera, e più di ogni altro noi prendemmo per convenuto che, appena fossimo grandi abbastanza, noi ci saremmo sposati; benchè nè mio padre, nè mia madre, nè la vedova Susanna avessero detto mai una parola intorno a ciò. Battista amava molto il mare, e avrebbe voluto andare a vedere il mondo,