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118 | il dottor antonio |
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— «Troveremo qualche modo, siatene pur sicura,» continuò Lucy; «e chiederò al dottor Antonio cosa s’abbia a fare.» Ambedue le giovinette si rianimarono a quest’idea. Evidentemente Speranza aveva più fede nel dottor Antonio che nel memoriale.
Lucy pensò a lungo sopra la storia di Speranza; e desiderava che venisse il domani per poter domandare al dottor Antonio il miglior modo di ajutare la sua protetta; e poi si mise a meditare con particolar compiacenza sulla parte che Antonio aveva avuto in questo piccolo dramma. Bisogna pur confessare che ella non valutò le espressioni entusiastiche della giovinetta italiana — di esser a lei il Dottore stato quasi un angelo custode — nè come esagerate, nè come fuor di luogo. Quell’uomo le pareva nato a fare il bene. Non aveva ella sentito, non aveva forse conosciuto per propria esperienza, che dovunque fosse malattia o dolore, lagrime da asciugare o cuor abbattuto da sollevare, che quivi egli doveva ritrovarsi a confortare, a sostenere, e a render servigi in mille modi? Ed ora un barlume di luce brillò all’intelletto di Lucy; per il quale cominciò a capire come un uomo straordinario simile ad Antonio, potesse accomodarsi alla sua sorte attuale; anzi si sentì persino disposta a pensare altamente di quell’umile sfera, nella quale il destino lo aveva cacciato: sfera ripiena, come ben vedeva, di miseria, di oppressione e di ingiustizia, e perciò atta a mettere in moto tutta la forza e la cavalleresca cortesia del naturale di lui.
Lucy si perdè prestissimo in un labirinto inestricabile di speculazioni e di argomenti, ne’ quali non importa a noi di seguirla, ma che la occupò assai più che non il Manzoni o la chitarra, e la condusse al fine della giornata meno spiacevolmente di quello si fosse aspettata. Anche sir John quando venne a vederla la sera, pareva più sereno e lieto di quello fosse mai stato dacchè avevano preso a dimorare nell’osteria — serenità e letizia attribuita in parte da Lucy al passo consideratamente fatto verso lui dal Dottore la mattina. Ma siccome sir John faceva suonar molto in alto le lodi del cuoco antico del Vescovo d’Albenga, siamo inclinati a credere che il pranzo da lui mangiato avesse a fare col suo presente ottimismo molto più del dottor Antonio.