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134 il dottor antonio

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il dottor Antonio.djvu{{padleft:138|3|0]] albo signanda lapillo per sir John. Il risultato della somma da lui fatta dei meriti comparativi delle due città gli fu impossibile esporlo tutto, venendo interrotto dal suo servitore John, il quale annunziava un uomo che aspettava a basso chiedendo di vedere sir John. Da dove veniva egli? L’uomo aveva menzionato il nome del dottor Antonio, e aveva l’aria di un mercante di cavalli. — «Un mercante di cavalli!» esclamò il Baronetto, e discese precipitoso le scale con tale alacrità, che avrebbe fatto onore a gambe più giovanili delle sue.

Chiunque nella condizione di sir John, chiunque vogliamo dire, abituato a una quotidiana cavalcata, sia privo del suo favorito esercizio da quasi un mese, intenderà facilmente che il solo sentire parlare di un mercante di cavalli suonasse all’orecchio di sir John come il mormorìo delle acque all’orecchio di un assetato viaggiatore. Gli erano stati mandati da Nizza successivamente due cavalli; ma l’uno si era tosto scoperto zoppo, e l’altro vizioso, da non potersi maneggiare: e la condizione era stata che egli per disperazione aveva rinunziato al cavalcare.

Quell’uomo era realmente un mercante di cavalli, in via per Genova: con cavalli da vendere, animali di prima qualità, bestie magnifiche, come diceva. La conversazione fu appiccata in una specie di lingua franca, colla quale per quanto babelica, le parti interessate procuravano di intendersi l’una l’altra. Naturalmente era stato il Dottore, il quale avevagli detto che il signor Milordo inglese avrebbe veduto con piacere dei cavalli. Essi erano a così breve distanza, che «Sua Eccellenza» poteva quasi vederne di lì le stalle; e ciò dicendo l’astuto galantuomo si sollevò sulla punta dei piedi, e indicò non so che luogo. Comunque, egli portò via seco in trionfo sir John accompagnato da John, il quale passava presso il padrone per un conoscitore perfetto in fatto di cavalli. Un pajo d’ore dopo, a gran meraviglia e contento di Lucy, suo padre riapparì sotto la loggia montato su un bel cavallino, inquartato, garantito, quieto come un agnello; e probabilmente tale, perchè contava un buon terzo di anni più di quelli che gli aveva dati, giurando, il mercante.

— «Spero sia realmente quieto,» sclamò Lucy, piuttosto inquieta alla vivace manovra del padre.

— «Potrebbe cavalcarlo un bambino,» rispose sir John, che da un anno o due sentiva la necessità di evitare di caracollare su cavalli focosi. «Lucy, guardate come è delicato di bocca; obbedisce al più lieve tocco.» E accompagnando le parole coll’atto, il Baronetto incantato fece gi-

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