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10 | il dottor antonio |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il dottor Antonio.djvu{{padleft:14|3|0]]Costretta lungo la costiera capricciosamente dentata, la strada va innanzi irregolare e serpeggiante; talora a livello col mare fra spalliere di tamerici, aloè ed oleandri: talora su qualche scosceso fianco di monte, in mezzo a nere foreste di pini, sorgenti in tanta altezza che l’occhio ritraesi spaventato dal guardare l’abisso soggetto; qua nascosta dentro gallerie scavate nel vivo sasso; là scoperta fra una lunga estensione di terra, di cielo e di acqua; talora rivolta verso la terra quasi volesse aprirsi il passo fra il monte; tale altra piegata all’improvviso in opposta direzione quasi volesse precipitarsi a capofitto nel mare. La varietà della prospettiva derivata da quella continua mutazione di punti di vista, richiama all’idea le infinite vedute di una lanterna magica. Se ci venisse fatto dare a questo abbozzo un pochino — soltanto un pochino del reale colorito locale — faremmo una maravigliosa pittura! Ma non possiamo. Ritrarre quest’atmosfera trasparentissima, l’azzurro dilicato del cielo, e l’azzurro cupo del mare, e le dolci graduazioni della tinta di queste montagne ondeggianti, che l’una sull’altra si elevano, vince il potere della parola. Appena vi basterebbe il pennello di D’Azeglio, o di Stanfield.
Per questa contrada correva rapidamente la carrozza di cui cominciammo pur ora a dar notizia al lettore. Era un bel capolavoro, quale può uscire dalle mani del primo carrozziere di Londra: leggiera, elegante, ben sospesa, larga, di bell’apparenza; e cogli altri accessorii tutti che mostrano la nobiltà e la ricchezza del possessore; dallo stemma miniato a numerosi quarti, appena visibile sugli sportelli finamente verniciati a scuro, e sormontato dalla mano insanguinata — distintivo del posto tenuto dal viaggiatore nell’inglese società; sino alla vivace cameriera della signora, e l’uom di livrea un po’ grosso, i quali mostravano la loro ammirazione alla bella natura circostante placidamente dormendo in cassetta.
I due adagiati nell’interno, un gentiluomo di età avanzata e una giovine signora — evidentemente padre e figlia — parevano, se si può giudicare dall’apparenza, come i servi insensibili alla svariata bellezza che aspettava la loro ammirazione. Bianche vele scorrenti come grandi cigni sopra le onde increspate; alberi da frutta carichi di fiori, da parer mazzetti enormi anzi che alberi; campi coloriti in giallo per le gionchiglìe, in azzurrino dagli anemoni, e biancheggianti per le stelle di Betlem dai lunghi stami; grigi scogli armati ad ogni fessura dalle lanceiformi foglie dell’aloè gigantesco, passavano rapidamente