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sulla loggia. 143

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— «Mi prometteste un giorno dirmi il motivo per cui siete tanto in favore presso il Comandante. Ditemi un poco, comanda egli a tutta la Riviera?»

— «No, no. Ogni provincia di questo regno ha un gioiello come questo in capo.»

— «E da che incominciò il vostro favore presso costui?»

— «Da una sua idea assurdissima. Vi ho detto spesse volte che il cholera, quando venni in San Remo, era al colmo. Trovai il Comandante colpito da terror panico, e con in capo l’idea fissa che egli avrebbe preso il morbo. Vidi immediatamente esser necessario volgerne la immaginazione, ed esercitar la sua attività in senso contrario: così gli detti una boccettina di aceto canforato, con ordine di odorarlo un dato numero di volte al giorno, e l’assicurai che questo era uno specifico infallibile contro il cholera. Egli lo crede ancora,» seguitò Antonio ridendo cordialmente. «La boccettina adesso è vuota; e se il cholera riapparisse, non conosce alcuno cui rivolgersi per una nuova provvista di quel miracoloso antidoto, eccetto me. Per questa ragione è civilissimo con me — e colla mia barba.»

Lucy gustò lo scherzo, e rise sì cordialmente, che le fece eco Antonio sino a spuntargliene le lagrime agli occhi.


CAPITOLO XI.

Il 15 maggio 1840.


È scorsa una quindicina di giorni, durante i quali ogni cosa all’osteria, compresa la salute di Lucy, è andata costantemente migliorando. Eransi formate altre abitudini, adottati nuovi disegni e diverse occupazioni; e in breve, ogni giorno che si succedeva avea portato alla nostra piccola colonia la sua fresca provvista di piacevoli distrazioni e di crescente buon volere.

Il tempo, per cominciar da questo, era stato splendido; e sir John non aveva intralasciato un sol giorno la sua cavalcata mattutina, e rimaneva incantato di Buffi (così Lucy aveva battezzato il grasso cavallino bajo), il cui temperamento e il passo, a detta di sir John, si migliorava mirabilmente ad ogni cavalcata: — asserzione alla quale il Conte, ora che è divenuto quotidiano visitatore dell’osteria,

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