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12 il dottor antonio

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il dottor Antonio.djvu{{padleft:16|3|0]] che appena dava segno delle cinquantasei o cinquantasette estati contate da chi le portava; tutto contruibuiva a produrre una gradevole impressione. — Ma una più attenta osservazione, uno sguardo più lungo, rivelava certi nei in quella polita superficie. La fronte pura di colore, e liscia come marmo, era alta ma stretta come la fronte di Giorgio III e Carlo X; fattezza ereditaria nella famiglia da cui il gentiluomo discendeva; e prometteva una ostinazione da disgradarne le teste coronate alle quali veniva rassomigliato. L’occhio di azzurro chiaro era troppo preminente e rotondo; le narici del naso, finamente arcato, erano alquanto arricciate; e le labbra di fino taglio rilevate all’insù: il che indicava, insieme all’angolo acuto delle narici, abito inveterato di superbo spregio. La generale espressione del contegno del gentiluomo parea dicesse che il fango onde son fatti gli uomini erasi posto fra la sua nobiltà e il vento.

Un lungo scoppiettìo della frusta del postiglione, e il selciato di pietre sul quale corre ora la carrozza, annunziano romorosamente il suo ingresso in una città. Un ohè! stentoreo dell’automedonte del cocchio aristocratico avvisa l’invisibile occupante di un misero calessino a due ruote, fermo davanti alla Posta, di ceder luogo. Sia effetto della mano insanguinata, che si fa sentire anche in distanza; sia che il proprietario del calessino avesse i suoi affari di premura, il fatto si è che quella parola di comando fu tosto obbedita; e il polveroso calessino scappò via al galoppo serrato della sua rozza, lasciando padrone del campo non disputato il pesante suo competitore.

La cameriera e il servo saltano dalla cassetta, e si portano agli sportelli della carrozza ossequiosi. La malata chiede un bicchier d’acqua. L’acqua viene sporta; e sir John vi getta da una boccetta alcune gocce di liquore, e la porge alle labbra della sofferente fanciulla. Due accattoni di mestiere, uomo e donna, pittorescamente cenciosi, cominciano intanto una litania di miserie, finita sempre con una carica ripetuta: che la Madonna santissima e tutti i santi del paradiso ripagheranno dieci volte la carità dei buoni benefattori. Miss Davenne cerca la borsa, e pone qualche moneta in mano alla donna, che per sorte trovasi dalla sua parte. Sir John gitta qualche pezzo di argento in terra pel vecchio. Certo ambedue, padre e figlia, sono mossi dallo stesso sentimento meritorio; ma in qual modo differente lo esprimono! Sentono quella differenza anche gli accattoni: che la vecchia mormora un ringraziamento, e accenna sulle labbra un sorriso; il vecchio raccoglie la moneta, e se ne va taciturno.

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