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nel giardino. | 159 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il dottor Antonio.djvu{{padleft:163|3|0]]quando faccio a piedi una buona passeggiata, col soave profumo di questa sana brezza marina. Tutto considerato,» proseguì l’Italiano, come se il suo discorso avesse dovuto di già convincere la paziente ascoltatrice, «vedete che una fortuna non potrebbe aggiunger nulla a’ miei veri comodi.»
Quando fe’ posa, fu colpito dalla pallidezza che era succeduta al vivido rossore delle gote di Lucy. — «Voi siete stanchissima,» le disse; «rientriamo, rientriamo.»
L’istinto muliebre di Lucy era stato vivamente eccitato da quanto aveva detto Antonio, e da quanto aveva lasciato sotto silenzio. La indifferenza apparente con cui egli aveva accolto e trattato la di lei proposta; il non aver fatto alcuna allusione ad un argomento, del quale il far parola pareva naturalmente richiesto dal desiderio da lei pur ora espresso, di rimaner lì dov’era per tutta la vita; quella specie di affettazione con cui s’era fermato sulle sue ragioni di esser contento della sua sorte: — tutte queste cose riunite avevano prodotto in lei una impressione penosa. Lucy non aveva idea di quella ferma padronanza di sè, che fa un uomo capace di frenare immediatamente una involontaria emozione, e di camminar nel diritto sentiero del senso comune. Antonio, qualunque fosse la sua mira, aveva a bella posta riguardato l’idea da lei messa innanzi sotto un punto di vista esclusivamente materiale; e ciò difficilmente può esser sopportato dalle donne, le quali ne sono sempre offese, più o meno secondo le relazioni che hanno col parlatore. Un istinto ridestò l’altro, che la consigliò a celare la sua offesa suscettibilità; nè vide miglior modo per riuscirvi, se non di proseguire risolutamente innanzi nell’argomento.
— «Sia pure come voi dite,» riprese Lucy; «pure dovete ammettere che la vostra abilità e le vostre cognizioni in Londra sarebbero stimate meglio di qui; e ciò deve arrecare una soddisfazione. Suppongo che non siate insensibile alla fama?»
— «La fama!» ripetè Antonio sorridendo. «Che, avete dimenticato la definizione fattane da Dante? «Non è il romor mondan altro che un fiato — Di vento, ch’or va quindi ed or va quinci.»
— «Suona sì triste, e contro natura,» disse Lucy, «sentire un giovane a parlare quasi non gli restasse scintilla di ambizione.»
— «Chieggo perdono,» ritorse rapidamente il Dottore; «io ho un’ambizione, e grande davvero, quella di servir la mia patria, e di far quanto io possa per essa.»