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CAPITOLO XIII.

In battello.


Un dopopranzo, mentre Lucy, condotta sottobraccio, secondo il solito, da suo padre, andava girando per il giardino, e Antonio stava alcuni passi innanzi a loro; questi tolse la sbarra della porticina che metteva ad una via, la quale giù per un gentil declivio conduceva in riva al mare. Il sentiero era spianato e spazzato con tanta cura, come è un viale di giardino con ghiaja (noi sospettiamo che Battista ci avesse messo un poco la mano); e da ambi i lati lo fiancheggiava una quantità di fiori bianchi, gialli e color di rosa, che sorgevano gai e vivaci dall’asciutta arena come se fossero stati piantati nel più ricco terreno. Lucy era tanto occupata in osservarli, ammirarli e coglierne; e tanto intenta ad ascoltare le spiegazioni di Antonio intorno a quel genere di piante marine, che non si accorse di Battista e di un altr’uomo, i quali stavano accanto a una barchetta coperta da una bella tenda a righe, colla sua prora di già nell’acqua; e non se ne accorse finchè non giunse proprio vicina ad essi.

— «Che bella barchetta!» sclamò ella.

— «La barchetta e i marinai sono qui a vostro servizio, se vi sentite disposta ad adoperarli,» dissele Antonio.

— «Vi ringrazio; avrò gusto a fare una corsa su questo mare così bello, proprio bellissimo!» esclamò Lucy tutta contenta. «Non avete nulla in contrario, papà?» Aggiunse indi in aria alquanto timida: «s’andrà poi sicuri in mare con due uomini soli?»

— «Sarete sicura come sulla vostra loggia,» rispose Antonio. «Battista non solo è marinaro, ma è pure un barcarolo di prima classe; e nessuno è più esperto di lui nel maneggiar una vela o un remo. I compatrioti di Colombo sono notissimi quali eccellenti marinai, a confessione anche degli Inglesi sì fieri, e giustamente, della loro superiorità nella marina. Un Governo intelligente,» continuò Antonio dando di mano a Lucy per montar in barca, «farebbe prodigi con simili elementi di forza; ma....» e compì la frase con una stretta di spalle e un sospiro.

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