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166 | il dottor antonio |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il dottor Antonio.djvu{{padleft:170|3|0]]Lucy lo guardò e disse: — «Nessuno più deve ora pensare a politica o a governo; dobbiamo pensar solo a goderci la bella serata.» Queste parole erano accompagnate da tanta cortesia femminile e da un tale brio fanciullesco, che l’Italiano non si sentì offeso dall’osservazione. Lucy amava sentir Antonio parlare de’ guai del suo paese, soltanto assente sir John.
Non c’era una ruga nel mare, il cui splendido turchino era sol di tratto in tratto interrotto da larghe strisce biancastre — lattee vie nell’azzurro — alcune avanzantisi in linee rette, altri procedenti in graziosi zig-zag. Battista e il suo camerata misero fuori tutta la forza delle loro braccia muscolose: il primo tenendo sempre lo sguardo lontano da miss Davenne, giacente sui cuscini del banco, dividendo l’acqua di fianco al battello colle sue dita delicate, immersa in piacevoli pensieri, come mostrava il sorriso delle sue labbra. Rapidamente scorrevano oltre il Capo di Bordighera; e allora un nuovo e splendido panorama dispiegavasi loro innanzi.
Una mirabile estensione di coste ondulate di colline sopra un fondo di alte montagne distese in semicircolo da levante a ponente; e di tratto in tratto interrotte da capi e baje, e seminate di città e villaggi singolarmente caratteristici: — Ventimiglia colla sua corona di castelli del medio evo smantellati; — Mentone sì gaja sulla riva aprica; — Roccabruna così ben chiamata dalle scure e accigliate sue tinte; — Turbia e il suo monumento romano, memoria del più grande impero che sia stato in terra, la quale ora adombra sotto di sè il diminutivo principato di Monaco; — Villafranca e il suo faro. Più in là, correndo a mezzodì, traspariva vaporosa in distanza la lunga e bassa striscia delle coste di Francia, con Antibo alla sua estremità; e più in là ancora a ponente, le fantastiche linee azzurre dei monti di Provenza. Qua e là una cima nevosa spiccava arditamente fra le altre; si sarebbe detta qualche canuta alpe progenitrice affacciatasi a vedere se tutto andasse bene tra i suoi più giovani rami.
Gli occhi e l’animo di Lucy tacitamente facevano festa a questa prospettiva; sulla quale le calde tinte del sol cadente projettavano un magico splendore d’indicibile effetto. E come il sentimento delle bellezze fra le quali viveva, ogni dì cresceva più forte nella nostra gentil giovane inglese; a grado a grado incominciò a trovar vane e inadeguate ad esprimere i suoi sentimenti, le stabilite usuali formole di ammirazione, che aveva tanto profuso da principio. Sir John, benchè da lungo tempo famigliare