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196 il dottor antonio

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il dottor Antonio.djvu{{padleft:200|3|0]]Lucy. Persone ancor vive si ricordano di uno sbarco di questa sorta, quando un convento fu invaso e portata via la maggior parte dei frati. È sempre stata politica della Serenissima Repubblica di Genova, — per gelosia del suo temuto vicino, la Francia, — di impedire che si facesse qualunque strada carrozzabile fra la capitale e questa parte de’ suoi dominii. Anche un mezzo secolo addietro, il viaggio da Genova a qui riputavasi, ed era davvero, un’impresa piuttosto pericolosa.»

— «Quanto a sicurezza non c’è da vantarsi troppo nè anche adesso, Dottore; il vostro Prospero era quasi tristo quanto un corsaro,» disse ridendo sir John.

— «Ah, davvero!» replicò il Dottore nello stesso tono; «almeno spero che Bordighera non sia stata trista quanto Tunisi o Algeri.»

— «No, no,» replicò sir John allegramente. «Dunque questa bella strada è opera moderna?» continuò egli.

— «Affatto moderna,» rispose Antonio. «La strada attuale della Cornice fu finita solo nel 1828; e ne siamo debitori a questo incidente, che Carlo Felice, il sovrano allora regnante, amava estremamente Nizza, ove risiedeva soventi. La via che faceva recandovisi da Torino, era naturalmente quella del Colle di Tenda. Avvenne ora, durante una di quelle visite a Nizza, che una grossa neve caduta gli rese impossibile tornare a Torino per l’usata strada. Rimaneva l’unica alternativa di andar per mare a Genova: donde Sua Maestà avrebbe potuto facilmente recarsi alla capitale. Imbarcossi pertanto; ma per il tempo minaccioso e il mar grosso fu costretto a tornare indietro. Il popolo della Riviera, che invano aveva tentato lungo tempo di ottenere il permesso di aprir una strada lungo la costa, colse quell’opportunità. — Avrei dovuto dire che il Governo di Piemonte, insieme agli Stati della Repubblica di Genova, ne aveva ereditati anche i pregiudizii intorno alla strada verso Francia. — Le popolazioni delle città e dei villaggi si levarono allora in massa coi loro Sindaci e Curati alla testa, ed empirono burroni, e rimossero scogli in breve tempo. «Ecco, Maestà, una strada a vostro comando,» gridarono ad una voce: e Sua Maestà si compiacque graziosamente di accettare quell’omaggio. Ordini infuocati arrivarono da Torino, che imponevano alla Riviera di cessare quell’opera — ma un giorno troppo tardi, chè la strada era fatta, e il Re e i cortigiani l’avevano giù sanzionata.»

Così dicendo, il Dottore e i suoi compagni entravano nella piccola città: luogo invero di strana apparenza, con un colore e un’aria decisa da medio evo; pieno a dritta

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