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gita al santuario. 203

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il dottor Antonio.djvu{{padleft:207|3|0]]di cipressi; e più in là ancora, sull’estremo orlo del declivio di ponente, il Santuario di Nostra Signora della Guardia col suo bianco contorno spiccava sul cielo cupamente azzurro.

— «Bene, mia cara Lucy; e se voleste rimettere soltanto a dopo pranzo il vostro entusiasmo?» Le quali parole dette da sir John in tono mezzo dispettoso e mezzo lamentevole, interuppero la tacita, ma dilettevole contemplazione di miss Davenne, la condussero immediatamente a lato di suo padre. Sedutisi ad una mensa succulenta, sir John ne partecipò con tale alacrità e appetito, che faceva altamente onore alle qualità igieniche dell’aria di montagna. Finito il pranzo, Lucy propose si prendesse sulla terrazza il caffè; e approvando suo padre, vi si recarono subito; e sir John sorbì il suo moca, e pagato un ampio tributo di ammirazione all’amabilità della veduta, trasse di saccoccia il Times, e s’immerse nelle sue colonne. Lucy e Antonio lasciati così a sè stessi, stettero maravigliati e taciti ammirando la splendidezza delle ore vespertine.

Il cielo era limpido, e lucido quasi pulito acciajo; eccetto in parte dove tre graziose nuvolette, come lunghe strisce di un velo color d’arancio, si libravano a ponente. Il sole mezzo nascosto dietro il ciglione della catena di monti a occidente, a traverso i dirotti scogli delle più basse colline a lui di fronte, lanciava oblique e ardenti colonne di raggi sulla valle. Mentre l’abbagliante disco lentamente occultavasi, la zona dell’ombra nella montagna opposta cresceva di pari passo; e come una marea di acque scure cacciandosi innanzi le larghe strisce di luce, le riduceva gradatamente a una semplice linea purpurea, che si fermava un momento quasi a dare un ultimo addio sulle più alte vette, e poi svania tremolando. Ora la prima linea della catena riassume la rigidità de’ suoi contorni; mentre quelle in fondo, dietro alle quali il sole è tramontato, ondulano fra un vapor trasparente di lapislazzuli e color di rosa. Il cielo a ponente pare una fornace splendida, i cui caldi riflessi tingono in cremisi le lontane nevi delle Alpi, e di color fiamma l’orizzonte del mare. Un momento dopo, quella tinta rossiccia si scolora e sparisce; le ombre s’addensano nella sottoposta valle, e le gole dei monti a tramontana si anneriscono ognor più. Quel color corruscante a ponente si è addolcito in rosee tinte degradanti; e queste, alla loro volta, in scala armoniosamente discendente, si tramutano in un verde trasparente color madreperla, che passa dal grigio all’azzurro; finchè levante

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