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212 | il dottor antonio |
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— «E l’immagine andava anch’essa su e giù?» domanda Antonio col più composto contegno.
— «Nemmeno per ombra,» rispose tosto il Romito, «l’immagine non si mosse affatto. La Madonna ci dà un segno, diss’io al mio compagno, c’è qualcosa che non va bene qui. E cominciammo a frugare intorno, cacciandoci sotto i banchi, guardando nei confessionali, e cercando per ogni buco e ogni cantone. Per parte mia, a dire il vero, pensai che ci potessero star dei ladri in chiesa: perchè, dovete sapere che abbiamo quivi dieci belle lampade di argento. Guardammo, guardammo senza trovar nulla; e ci eravamo rassegnati ad andarcene, quando tutto ad un tratto le lampade cominciarono a ballare più forte che mai. — Ci rimettemmo all’opera di cercar di nuovo da capo a fondo; e, indovinate che trovammo? — (Una pausa da produr sete tantalica. Gli occhi di Speranza e di Battista erano vicini a scappar dall’orbita per l’ardore dell’aspettazione). — Trovammo un bambino di sei anni, dormiente, quieto sotto la mensola di uno degli altari minori. Immaginatevi! se il povero bambino si fosse svegliato nel cupo della notte, e vi si fosse trovato tutto solo, sarebbe morto certamente di paura. Questo la Madonna non volle permettere. Però ci dette un segno; e per la sua santa intercessione, l’innocente creaturina fu salva da certa morte.»
Questa conclusione non fu contraddetta da alcuno, mentre con somma enfasi l’approvarono Speranza e Battista. Altri miracoli avrebbe raccontato il vecchio, se Antonio, aununziando che aveva a visitare alcuni pazienti a Castellaro e a Taggia, non avesse preso giocosamente il braccio del Romito sotto il suo, e non lo avesse portato via sotto colore di fargli qualche comunicazione importante relativa alla Madonna della Guardia; Lucy ricominciò a disegnare. Battista si venne a poco a poco tirando lontano, e poi sparì affatto; e Speranza sedutasi a lato della sua giovine benefattrice, cominciò a lavorare intorno a’ suoi guarnimenti di sposa. Fin da principio avremmo dovuto dire che figurava fra i numerosi attrezzi provveduti dalla previdenza di Antonio, un’ampia tenda; la quale, per ordine suo, era stata posta la mattina sopra la terrazza, e sotto di essa lasciamo ora un momento miss Davenne.
Fra i numerosi spettatori che formavano il perpetuo ornamento del Baluardo di Gand in Taggia, e per conseguenza uno di quelli che avevano notato il passaggio a traverso il Pantano della nostra piccola comitiva, c’era il signor Orlando Pistacchini, impresario e primo attore della Drammatica Compagnia che portava il di lui nome