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214 | il dottor antonio |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il dottor Antonio.djvu{{padleft:218|3|0]]e Orlando Pistacchini avrà l’onore di far la parte di Aristodemo e di Ajo. Questo è il trattenimento pel quale sollecitiamo il patrocinio dell’Inglese Mecenate; dal quale umilmente imploriamo il favore della sua presenza, e di quella della sua inarrivabile figliuola. Tutta Taggia accorrerà al Teatro per onorare ospiti così distinti. Speriamo vorranno venire. Ahi! La musa è troppo spesso negletta ai nostri giorni; e se nobili e generose mani non vengano stese in suo ajuto, che sarà di lei? Preghiamo pertanto umilissimamente a venire. Questa è l’ardente preghiera dell’umilissimo e obbedientissimo servo di Vostra Signoria
«Orlando Pistacchini, |
«NB. Non saranno risparmiate fatiche e spese per dare alla rappresentazione lo splendore conveniente ad occasione così magnifica. Il Teatro sarà illuminato a giorno, e una scappata di piccioni avrà luogo fra la Tragedia e la Commedia. Confidiamo troppo appieno nel suo nobile cuore, per temere la delusione di un rifiuto.»
Orlando fece due copie di questa specie di ultimo canto di un impresario sull’orlo della disperazione: la seconda con piccole variazioni, essendo diretta a miss Davenne; e poi se ne andò a letto «forse a dormire.» La mattina seguente vide lui e la sposa, signora Rosalinda (un corpicciatolo rotondo, grasso, rimpinzato e alquanto asmatico), ambedue vestiti dei loro abiti migliori, soffianti ed anelanti al cocente sole, sulla strada di Lampedusa.
Presso a poco nello stesso tempo, a sir John Davenne, dopo una buona colazione, era venuta la fantasia di andare a godersi il giornale della mattina all’ombra di uno degli elci che spargeva la sua cupola di verzura a poca distanza innanzi al Santuario. L’ombra essendo densissima, e spirando una lieve brezza da tramontana, dopo un’ora circa sir John sentì piuttosto freddo; sicchè levossi, e cominciò cogli occhi ancor fissi sul giornale a passeggiar lentamente verso il sole; e come la sua maligna stella suggerivagli, verso Castellaro. Il Baronetto prendeva profondo diletto in un vivissimo attacco contro il capo del partito Whig alla Camera, mosso da un membro dell’opposizione; quando all’improvviso un’ombra si projettò sul suo giornale, e sollevando gli occhi si trovò a fronte a fronte con una donnetta di apparenza apoplettica, in cappellino color di rosa scolorito, e con un uomo alto, spa-