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228 il dottor antonio

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il dottor Antonio.djvu{{padleft:232|3|0]] di una clava per abbattere l’animo degli altri. E davvero nelle due ore da lei passate in compagnia di Lucy, quell’anima cortese non aveva fatto neppure la più lontana allusione ai suoi tormenti; e Lucy, benchè desiderasse ardentemente di mostrarle la sua simpatia, non avea osato entrare in un argomento passato così sotto silenzio da lei. Tuttavia, incoraggiata dalla presenza del Dottore, la nostra soave inglesina si fece ardita sino a domandare alla signora Eleonora come stessero i suoi due figli. — «Stavano benissimo, quando ne ebbi le ultime notizie,» fu la risposta di lei.

— «Spero,» proseguì Lucy dopo una breve esitazione, «che ne riceviate nuove regolarmente.»

— «Assai regolarmente, sino adesso,» disse la vecchia Signora, «grazie a Dio. Un po’ più presto, o un po’ più tardi, le lettere de’ miei figli si sono sempre fatte strada fino a me.»

Gli occhi di Lucy si volsero ad Antonio.

— «La signora Eleonora,» spiegò il Dottore, «vuol dire che la persona, o le persone deputate ad aprire e riveder le lettere de’ suoi figli a lei, o di lei ad essi, sono state sinora generose abbastanza da lasciar che arrivassero al loro destino.»

— «Oh! sta troppo male,» esclama l’ardente Lucy, «di frapporsi così fra una madre e i figli!»

— «Pure, brutto com’è il caso,» osserva con dolcezza la Signora, «potrebbe anche esser peggiore. Ho sentito a dire di poveri emigrati polacchi, che per anni ed anni videro spietatamente intercettata ogni corrispondenza in iscritto con le loro madri e colle mogli.»

Il dabbene sir John, informato dell’argomento da esse trattato, dichiarò che stimava quell’accusa, così gittata in faccia al Governo, «essere di carattere tanto serio e odioso che... che... che...»

— «Che appena potete crederla,» scappa fuori Antonio, «a meno non sia provata dai fatti. Ed è giusto. Mi permette la signora Eleonora che conti a sir John la storia del Maresciallo francese?»

Avendo la signora Eleonora acconsentito sorridendo, Antonio proseguì: — «Uno de’ figli della signora Eleonora, allora fanciullo di otto anni, quivi abitando, si era affezionato moltissimo a un fanciullo della sua età, nativo di Taggia; ed erano divenuti compagni di giuoco e amici intrinseci. Nel decorso degli anni, questo fanciullo fu preso nell’esercito, e divenne sergente. Venuto quel giovane, due anni fa, a riveder quivi i suoi parenti, la signora Eleonora,

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