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antonio impegna la sua fede. 237

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— «Me ne rallegro con essi,» risponde l’Inglese; «con tutto ciò non avrei data mia figlia a nessun di loro.»

Una risposta tagliente si affacciò alle labbra di Antonio, ma se la ricacciò in gola.

— «Birbante finito!» proseguiva il Baronetto con furia rinnovata. «E a pensare fra tanta moltitudine che nessun Inglese abbia avuto il coraggio di fargli saltar le cervella! C’è da far rinnegare a un galantuomo il proprio paese!»

— «Ma via, sir John,» dice Antonio con buona maniera, «non dovete poi essere tanto severo. A ventidue anni l’amore è bevanda orribilmente inebbriante.»

— «Amore!» risponde con una risata di sprezzo il Baronetto, «sciocchezze: sono le lire sterline, gli scellini e i pence della giovane, che cercava quel vil calcolatore. Sposano solo per danaro questi... maledetti avventurieri italiani.»

L’Italiano divenne di fuoco e si morse la labbra. Forse l’Inglese se ne accorse, o forse fu il suono stesso delle sue parole che lo calmò. Arrestossi per un istante in faccia ad Antonio, il quale, colle braccia incrociate sul petto, stava appoggiato contro il piano; poi mosso da un subitaneo impulso, sir John stesegli la mano, dicendo con nobile semplicità: «Ho avuto veramente torto di offendervi nelle vostre opinioni. Perdonatemi, di grazia. Non ne avevo intenzione. Quest’odiosa istoria mi ha proprio tratto fuor di me. Confesso di avere un’insuperabile avversione ai matrimonii cogli stranieri. Non parliamo più di questo argomento. Ebbene, siete disposto a fare una partita?»

Antonio accettò di giuocare, e si assisero ambedue al tavolino; ma sir John era tanto distratto che il suo avversario dovette darsi ogni pena immaginabile per farlo vincere. Era quasi mezzanotte quando il Dottore uscì dalla porticina del giardino. Invece di volgere a dritta e prendere la strada maestra di Bordighera, egli si avviò a sinistra, giù pel sentiero che conduceva alla marina, e cominciò a passeggiare su e giù per la spiaggia. I suoi passi, benchè più lenti del solito, non davano segno d’animo agitato; e neppure il suo aspetto, che, illuminato dalla pallida luce della luna, aveva un’espressione calma e solenne. Egli passeggiò così un buon tratto di tempo, e poi si distese sulla riva colla faccia rivolta al cielo. La prima luce dell’alba lo ritrovò nella stessa positura. Allora si alzò, e quasi esprimendo il risultato della sua lunga meditazione, disse forte: — «E che importa, infin de’ conti, che un uomo sia felice o infelice, purchè conosca il suo dovere e lo segua? Sicchè ormai: Viva l’Italia! il mio primo ed ultimo amore,» E rifece la strada di casa.

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