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otto anni dopo. | 271 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il dottor Antonio.djvu{{padleft:275|3|0]] una quarantina d’anni. Era un uomo che amava di viversene solo; e siccome aveva trovati morti i suoi, era ancora più alieno dal dimorare in città. Gli venne fantasia dell’osteria, perchè, diceva, era fuor di strada, e non vi sarebbe stato disturbato dalla visita di molte facce. Noi facemmo i due contratti a un tempo; e poi venimmo a star qui; ove siamo stati per sei anni desiderando che venisse alla fine un giorno, in cui ci fosse dato di riveder quell’angelo mandato dal Cielo, al quale, dopo Dio, siamo debitori di ogni cosa, e per il quale noi siamo quello che siamo.» E la grata Speranza prese nelle sue mani rozze le delicate mani di Lucy coprendole di baci cordiali.
— «Ma come l’osteria è divenuta così una ruina?» domanda Lucy.
— «Fu il terremoto del 1844 — un tremendo terremoto che la gittò giù quasi affatto,» rispose Speranza. «Quasi tutte le case di Bordighera e del vicinato soffrirono più o meno; ma nessuna tanto terribilmente quanto la povera vecchia osteria del Mattone; e alcuni dicono perchè le fondamenta erano cattive. Quanto al giardino non c’è stato alcuno che ci badasse per anni ed anni; nè fa maraviglia che sia andato tutto in malora. Il vecchio marinaro morì l’anno dopo del terremoto; e siccome non lasciò testamento, e pare che non avesse parenti, la casa fu chiusa, ed essa e il giardino lasciati alla cura l’un dell’altro. Battista dice che lesse un avviso l’altro giorno nella Gazzetta, il quale diceva qualmente la casa sarebbe ricaduta al Re, se dentro un dato tempo non si fosse presentato alcun parente del proprietario defunto.
Lucy passò quel giorno e la notte seguente all’Albergo della Posta, determinata di recarsi la mattina dopo a Taggia dalla signora Eleonora, per accertarsi, se fosse possibile, del luogo ove sarebbesi potuto trovare il dottor Antonio. Nè celò alla sua umile amica il vivo desiderio di mettersi sotto la cura di lui; e la sua fede superstiziosa che nessuno, fuorchè il dottor Antonio, potesse restituirle la malferma salute. L’affezionata Speranza, che aveva notato la smunta apparenza di Lucy, e i di lei frequenti attacchi di tosse; nè con altro segno aveva dimostrato l’ansietà provata se non attaccandosi più affettuosamente alla sua benefattrice; Speranza diede la sua cordiale approvazione a quel disegno, convinta, come la signora, del potere di Antonio; nè per qualunque cosa detta da Lucy, fu potuta dissuadere Speranza dall’andare a Taggia con lei. — «Mamma e Battista possono badare a’ bambini, e attendere alle faccende,» dice Speranza. «Ora che vi ho riacquistata alla fine, lasciatemi godere il più che posso di questo dono di Dio.»