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288 | il dottor antonio |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il dottor Antonio.djvu{{padleft:292|3|0]]mando. È persona molto servizievole e rispettabile.» Lucy era pronta a quella mutazione. — «Venite e giudicatene da voi stessa,» le disse il Dottore; e andarono insieme. Piacque alla signora il sito che dominava sopra una veduta della baja e del Vesuvio; e andò fuor di sè dal contento per una loggia di marmo ampiamente sporgente, su cui mettevano le stanze. — «Così ci parrà di nuovo di essere in Bordighera,» disse ella arrossendo e guardando Antonio. — «Certamente,» risponde egli. «Adesso, mentre la vostra gente porta qui le vostre robe, che vi parrebbe se andassimo a fare una provvista di piante e di fiori per farvi un po’ di giardinetto?» — E usciti, la carrozza fu ripiena in modo di rose, di magnolie e di aranci nani, che il nostro eroe e la eroina non sapevano ove mettere i piedi. Questo impiccio fece ridere Lucy, come non aveva più riso da molto tempo. Antonio, per lei provvido come prima, propose di andare a comprar carta, pennelli e colori — che ella avrebbe presto desiderio di far bozzetti dalla sua finestra. — «E il pianoforte?» domanda egli, mentre la carrozza passava innanzi a una bottega in cui ce n’erano alcuni. — «Ah! davvero,» fu la pronta risposta, «chè voi dovete insegnarmi altre canzoni siciliane.» — E ordinato il pianoforte e gli oggetti per disegnare, se ne tornarono al nuovo albergo.
Or qui c’era lavoro in abbondanza per l’attivo Dottore: le piante e i fiori da disporre sulla loggia nel miglior modo; la cassetta dei colori e i pennelli da preparare, affinchè ella trovasse ogni cosa occorrente alla mano, — la miglior luce e il miglior posto da scegliere per il cavalletto; — e il miglior sito per il pianoforte giunto in quel momento: — e tutto questo fece con quella calma, e con quel metodo e gusto, che ricordava a Lucy il suo arrivo all’osteria. E mentre la si poneva al pianoforte seguendo cogli occhi ogni movimento di lui, e lasciava scorrer le dita sui tasti, quanto vivamente le tornavano in pensiero que’ primi giorni — e con quanta vivacità la memoria le dipingeva quella prima serata in cui egli mise alla finestra le cortine, e attaccò, con grande orror di suo padre, la carta alle fessure della porta. Oh! il suo cuore era strabocchevolmente pieno di gratitudine! E fu per il misterioso potere della reminiscenza, che le sue dita sbadate trovarono le note dell’aria siciliana, cantata la prima volta da lui, e mai più suonata dal giorno del suo sposalizio.
Ritornano di nuovo i bei giorni di Bordighera. Gli stessi fiori, lo stesso cielo, la stessa natura maravigliosa, fino il soave profumo dell’aria — tutto quello che aveva già am-