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292 il dottor antonio

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il dottor Antonio.djvu{{padleft:296|3|0]]— la dichiarazione dei principii politici del Ministero di allora — per la quale era conferito alla Camera elettiva il diritto di modificare e allargare la Costituzione. Questa omissione parve piena di pericoli a molti Deputati, i quali si raccolsero nella sala municipale di Monte Oliveto a deliberare sull’argomento. Ci spiace dover notare un’illegalità sì flagrante, un’usurpazione di potere così grave. La Camera dei Deputati non essendo per anche legalmente costituita, a’ suoi membri non competeva il diritto di assumere il carattere e l’autorità di Assemblea deliberativa; e riunitisi i Deputati, fu rejetto il giuramento inserito nel programma ufficiale, e vennero intavolate trattazioni col Ministero, affine di trovare una formola soddisfacente per ambe le parti. Varie deputazioni seguitarono ad andar su e giù dalla Camera al Ministero e dal Ministero alla Camera. Era il 14 maggio. Le notizie di questo conflitto divulgatesi come un incendio sopra la città, produssero una grande commozione. Il sospetto e il timore predominavano nelle menti popolari, e già s’avevano a lamentare alcuni tentativi di aperta rivoluzione. Questi malaugurati segni facevano sentire ad ambe le parti la necessità di una conciliazione e dopo molte trattazioni, d’accordo si era convenuto che sarebbesi aperto il Parlamento senza dare o esigere alcun giuramento.

A passo lento, col cuore abbattuto, l’indomani, 15 maggio, di buon mattino, Antonio recossi alla dimora di Lucy. L’aveva pregato ella a venire appena giorno, per darle notizia dello stato delle cose. Ella nulla sapeva ancora del felice accomodamento della contesa, fatto a notte avanzata. Le vie, a traverso le quali doveva passare il nostro Dottore, erano gremite in modo straordinario per quell’ora sollecita, e l’aspetto e il portamento della moltitudine era tutt’altro che piacevole. Crocchi di persone formavansi qua e là — sintomo infallibile d’imminenti disordini: — e osservò il Dottore, che alcuni individui passavano di crocchio in crocchio, parlandosi all’orecchio. Evidentemente erano agitatori (da chi istigati?) affaccendati al lavoro. Malgrado le tristi previsioni, Antonio avvicinossi a Lucy coll’usata compostezza serena; e in risposta alle sollecite inchieste di lei, l’assicurava essere sparita ogni causa di timore, e tutto andare a seconda dei desiderii.

— «E adesso,» dice Antonio sorridendo, «mettiamo da parte la politica, che ne sono proprio stanco. Discorriamo de’ tempi andati — della nostra pacifica e verdeggiante Bordighera. Vorrei poterci tornare anche ora; ci stavo tanto contento.»

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