< Pagina:Il dottor Antonio.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

væ victis. 329

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il dottor Antonio.djvu{{padleft:333|3|0]]vi scongiuro a lasciare splendere sopra di voi la luce. Certo non vorrete voi, chiudendo gli occhi, rimanervi indegnamente nelle tenebre.»

La Gran Corte Criminale si ritira per deliberare, e torna due ore dopo con una decisione del tenore seguente: — Delle domande dell’accusato Nisco, la Corte ammette colla maggioranza di sei voti contro due, quella relativa alle prove della sua dimora a San Giorgio per via di testimoni. — Rigetta la prova per via di testimoni dell’epoca precisa del suo viaggio di andata e ritorno in Roma, riservando all’accusato il diritto di stabilir la data coll’esibizione del suo passaporto.

La Corte rigetta la richiesta del Settembrini, di provare per mezzi verbali che Iervolino è un agente pagato di Polizia — riserva all’accusato il diritto di provar la sua asserzione per via di documenti.

Tutte le domande di Poerio sono rigettate in massa.






Questo giudizio durò otto mesi, dal giugno 1850 a tutto il gennajo 1851. Il discorso del procurator Angelillo in sostegno dell’accusa durò tre giorni. Gli avvocati difensori combatterono come leoni in favore de’ loro clienti, ma con poco successo. Dei quarantadue accusati, ridotti a quarantuno per la morte di Leipnecher, otto furono dimessi, trentatrè condannati (rammentiamo soltanto le sentenze più gravi): tre, fra’ quali Settembrini, a morte; due alla galera: tre a trentacinque anni di ferri; uno, Nisco, a trent’anni di ferri; tre, Poerio, Pironti e Romeo, a ventiquattr’anni di ferri; uno a vent’anni di ferri; otto a diciannove anni di ferri.

Quando uno dei nomi compresi in quest’ultima categoria uscì dalle labbra del Segretario della Corte, uno strido partì dalle sedie della galleria riservata, e successe ad esso un gran tumulto. Nel medesimo istante uno de’ prigionieri, di persona alta, imperiosa, mortalmente pallido, si alzò stendendo ambe le mani verso la galleria. Si bisbigliò fra la moltitudine che una signora, la signora velata, mai mancata a nessuna delle sedute — alcuni dicevano sorella, altri moglie del prigioniero alzatosi in piedi, taluni era una dama inglese, di cui egli aveva salvato la vita — era svenuta, ed era stata portata via dagli amici di lei.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.