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l’osteria. 39

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il dottor Antonio.djvu{{padleft:43|3|0]] ghìo del mare che si rompea chetamente sulla spiaggia, avevano un non so che di sinistro all’orecchio del Baronetto. Uscito cheto cheto dalla camera, andò alla porta della cameriera; e chiamatala, le ordinò cautamente, sottovoce, di chiudere a chiave e tirar il catenaccio al suo uscio; poi tornato alla sua camera, vi si barricò dentro, e si mise a letto in una disposizione d’animo tanto felice, quanto avrebbe avuto se fosse cascato nelle mani degli indiani rossi.

Ora noi dobbiamo rendere a sir John questa giustizia. Se avesse saputo e creduto che la disgrazia occorsa a sua figlia era così grave qual era di fatto, l’inquietezza per la sua bambina non avrebbe lasciato alzare il loro capo d’idra a quelle spregevoli supposizioni e timori. Ma abbandonatosi alla fiducia che quel fatto non era nulla più che una slogatura di caviglia; e non credendo d’aver in ciò alcun motivo di apprensione, sir John aveva agio sufficiente di accarezzare a sua voglia non solo i suoi reali fastidii, ma pur tutti que’ pericoli della situazione che fantasticava. Come poteva, davanti a circostanze tanto potenti e dietro gli indizii replicati da Antonio, durare ancora in tale illusione? La risposta è facile. Sir John era trascinato da un’idea preconcetta, dall’idea che il dottor Antonio avesse interesse ad esagerare, anzi che a diminuire la gravità del male sofferto da miss Davenne. E il supposto che uno affatto estraneo, un medico di campagna, e italiano per di più, potesse, per riguardo de’ sentimenti suoi, di sir John, aver nascosto i peggiori caratteri del caso di sua figlia, era tale assurdo che non poteva mai entrargli in mente. L’altero Baronetto avrebbe potuto nello stesso modo supporre — che la famiglia Davenne non fosse una delle prime famiglie in tutto il Regno Unito.

Mentre sir John si chiudeva dentro, e il suo umile omonimo, in uno stato intensamente nervoso, faceva la guardia alla carrozza; Rosa e Speranza, non occorrendo più i loro servigi agli ospiti di sopra, si erano ritirate nel sito ove avevano fatto disegno di dormire: un piccolo e scuro bugigattolo dietro la cucina, nel quale tenevasi abitualmente una poca provvista di legna e carbone. Un pagliariccio e una coperta in due dovea lor servire di letto; e questo era quanto quelle povere, semplici e laboriose creature avevano pensato a riservar per sè. Fra la compassione per la signorina, e il rispetto di sir John e del suo servo John, avevano ad essi ceduto non solo la parte di casa riservata ai pochi e modesti viaggiatori che per caso qualche volta vi passavano la notte; ma anche la propria camera,

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