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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il dottor Antonio.djvu{{padleft:87|3|0]]
— «Un mese, temo, sembrerà lunghissimo a papà. Sta qui uggito, nojato, senza neppur un cavallo per far una corsa; egli che era solito fare ogni mattina la sua cavalcata. C’è in questi contorni nessun cavallo da sella da noleggiare?»
— «Nemmen per ombra.»
— «Che disgrazia!» esclamò di nuovo Lucy. «E quando potrò levarmi di letto?»
— «Mi spiace non poter rispondere a questa domanda. Meglio è metterla ad referendum, come dicono nella Dieta Svizzera.»
— «Sine die, volete dire,» osservò Lucy, «il vostro latino può essere classico, ma poco piacevole.»
— «Non potete fare uno sforzo, e immaginarvi per un po’ di tempo di essere senza piedi affatto?» disse Antonio gravemente. Lucy aveva una gra voglia di ridere, ma disse invece: che era una vergogna, una vera sciocchezza, e che non aveva mai in vita sua veduto un medico così poco compiacente. Lucy, benchè avesse quasi vent’anni, aveva conservato molto della freschezza, della grazia, e fin de’ modi capricciosi dell’infanzia.
— «Vi assicuro,» disse l’Italiano in risposta a questa tirata, «che non vi terrò in letto neppur un’ora di più di quel che sia indispensabile.»
— «Obbligatissima a voi,» disse Lucy con dispetto.
Il Dottore non fiatò.
— «Sapete voi, dottor Antonio,» continuò Lucy dopo un istante, «che mi sa mill’anni di levarmi per rivedere quella collinetta aprica soleggiata, che ci stava proprio di faccia quando ribaltammo? Mi piacerebbe vederla con quiete, non di passaggio a galoppo serrato.»
— «Volete dire il Capo di Bordighera?» disse Antonio.
— «Sì, lo suppongo. Io m’era mezzo addormentata, quando papà, chiamando il postiglione, mi ridestò; e aprendo gli occhi, vidi alla sfuggita qualche cosa di sì verde, di sì fresco, di sì bello: solo un’occhiata, ma raccogliente tante amabili cose, la cui memoria mi insegue quasi la visione di un paese fatato.»
— «Non lasciate troppo la briglia alla fantasia,» fu la risposta, «o perderete il godimento della realtà.»
— «Che intendete dire?»
— «Dico che la realtà, mia cara signorina, quand’anche sia così incantevole, rade volte può andar di pari passo colle promesse della fantasia.»
— «Io non m’intendo troppo degl’incanti dell’immaginazione,» disse Lucy; «ma so la realtà essere spesso spiacevole.»