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AVVERTENZA DELLA PRIMA EDIZIONE


Il racconto del Dottor Antonio fu scritto in inglese da un Italiano; e con grande favore venne accolto in Inghilterra: fatto significante, chè i connazionali di Walter Scott sono maestri in siffatto genere di scritture. Io lo lessi; e sentii quanto meritasse di esser tradotto, affinchè l’Italia avesse un saggio del come si scriva in oggi il romanzo presso il popolo inglese. Fui inoltre sospinto a questa traduzione dalle sdegnose parole del Gallenga: «Le nazioni civili fanno a gara a tradurlo. Solo in patria l’autore non è profeta; e quando l’altra sera accennavamo come fosse opportuno il rivendicar subito per mezzo di una buona traduzione questo suo libro (il Dottor Antonio di G. Ruffini) — eccoti un cotal saccente, toscano o toscaneggiante, uomo di garbo per altro e di molto ingegno, ci si fece a rispondere molto in sul grave, che «simili esotici non fanno per la nostra ammosfera!» Altri, più discreto, cercava poi di consolarci col farci riflettere: che «quei libri, se valevano alcun che, non mancherebbero di esser voltati in francese, e che in quella nuova veste potrebbero poi, almeno in Piemonte, venir per le mani di tutti.» E un terzo aggiungeva: «I racconti son fatti per bambini; l’età nostra aspira a gravi cose; l’Italia fa senno, ed è stucca di romanzi. Abbiamo archivi storici, sistemi e scuole di filosofia, manuali, enciclopedie; vogliam libri che ci istruiscano, non che ci divertano; che ci maturino il senno, non che ci solletichino l’immaginativa.» E sia! purchè le vostre donne non siano ridotte per disperazione e per noia a Paul de Koch, e non continuino, senz’altro scrupolo, a scrivere Professore con due «effe.» (Cimento, febbraio 1856.)

L’autore dice ripetutamente, la sua una verace istoria; e pare davvero accaduto il fatto da lui posto nell’estrema Liguria occidentale. Il primo personaggio del racconto è un esule siciliano. Dimorando costui fuori della sua provincia, s’innamora di una fanciulla — che lo ricambia e ne muore. Egli, sorretto sempre

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