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110 | LEGGENDA PRIMA |
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Fu il buffon da una mandragora
10Messo al mondo, e appena nato
Era al par d’un dito mignolo
Picciol, magro, affusolato;
Poi restò tanto rachitico
Fin ch’ei visse ed infermiccio,
15E una torta ed un pasticcio
Fu la culla di Papiol.
Per cimiero ei porta un guscio
Di castagna o di lumaca,
Una pelle di lucertola
20È sua calza ed è sua braca,
Gli filava una taràntola
Cinque corde al suo liuto;
E non v’ha giullar più astuto
Del gobbetto Papïol.
25Tien la vespa il vile aculeo
Dentro il corpo alidorato,
Tal Papiolo entro la cintola
Tiene un ago avvelenato,
Con quell’ago ei fe’ cadavere
30Più d’un Duca e più d’un Conte,
Per quell’ago sir Drogonte
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