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128 LEGGENDA PRIMA

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Il Re sghignazzando

Esclama e tremando.
Poi lordo di bava
Si volge alla schiava:
«Tu l’occhio tien fermo

Sul capo del vermo».



Nessun più favella, — nè ride, nè liba,

L’Ebrea taciturna - sta immota a guatar,
Il bruco tramanda - viscose sozzure,...
Già cade il coltello... - già piomba la scure...
Del verme la testa - d’Oliba la testa si vedon cascar,
E rotolar per terra - insanguinando il suol!!
Il Re: Bel colpo!
I Conti: - Bel colpo! Bravo Trol!

(Ma dal giardin risuona - una mesta cadenza.

Tutti ascoltano; è il canto - del trovier di Provenza:)


la luna, la luna era una mesta

anguida Dea!
nvan per essa ardèa
eliàl dimon dall’ebre voglie impure,

ntico mostro che l’Inferno appesta.
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