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GEORG PFECHER 49

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E allor la prece pia
Sul labbro tuo languìa,
Smagata dagl’incanti
Rei di quei volti santi.

Ma l’uom nol sa. Le Vergini
Non tradir quel mistero.
Il nome tuo tre secoli
Passò ignorato e mero,
Solo il trovar le biche
Dell’umili formiche
E la pupilla inqueta
D’un giovane poeta.

Ed eri forse un genio
A cui fallìa la gloria,
Un pazïente anonimo
Smascherator di storia,
Un creator d’orrende
Romantiche leggende
O del poema nero
Di Faust o d’Assuero.

Forse una ragna pendula
Fra due cippi romani
Ti rivelò il miracolo
Dei ponti americani,


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