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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il tesoro.djvu{{padleft:271|3|0]] che Alessio fu per slanciarsi dentro e cacciarlo via.
— Zio Salvatore! — gridò Cicchedda con ira — accadrà quel che Dio vuole, e quanto accade è nel volere di Dio. Ma se vi hanno mandato le vostre donne per insultarmi, avete fatto male a venire! E se non volevate perdere i benefizi di Alessio Piscu, non dovevate scacciarlo da casa vostra!...
— Ah, come! Ah, come! — cominciò egli a gridare, dimenandosi e andandole contro, tanto che ella si spaventò, e Domenico si mise a piangere. — Tu credi sia ciò che mi dispiace? Tu credi ciò? E credi ch’io non l’abbia scacciato perchè non potevo soffrire la sua presenza, perchè l’odiavo? E credi che non l’odiavo per amor tuo?
— Per amor mio? — diss’ella con sorpresa, fissandolo curiosamente.
— E credi tu che io non potevo provare per te gli stessi sentimenti di Alessio?...
— Ah — diss’ella con ironia — è perciò che l’odiate, allora?...
Salvatore la fissò, tacque per un momento, poi le afferrò le mani gridando:
— Guardami in volto, ragazza! Quando io ti ho mai mancato di rispetto?
— Mai, questo è vero! — rispose ella.
— Ah, lo vedi tu stessa! E credi tu che Salvatore Brindis, cattivo, matto, maligno, ti avrebbe