< Pagina:Il tesoro.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

— 82 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il tesoro.djvu{{padleft:92|3|0]] geva di non crederci e di non comprendere per potersi poi, chi sa? servire per conto proprio della rivelazione; forse non credeva e parlava con quell’ironica cortesia per meglio burlarsi di loro?

Queste orrende cose pensava Giovanna, e mentre le pensava osava guardare curiosamente il suo caro amico, quasi lo vedesse la prima volta.

Ah, sì, era vecchio davvero; la sua barba era tinta, i suoi denti falsi; le sue parole eran splendide e false come i suoi denti!

— Forse crede che gli abbiamo parlato di ciò per chiedergli in prestito dei denari! — pensò, e ne provò una grande umiliazione. Per dimostrare il contrario cominciò ad ostentare un’aria da gran signora, stizzosamente:

— Sicuro, sicuro, appena Cosimo avrà tempo, perchè ora ha tanto da fare (non era vero), andrà, scoprirà, e se è uno scherzo profitterà dell’occasione per viaggiare; ha avuto sempre intenzione di fare un lungo viaggio!

Elena la guardò con meraviglia.

— Ma farà benissimo! — esclamò Paolo, sempre cortesemente. Anzi si faccia condurre anche lei, e così risparmierà il volgare viaggio di nozze, ch’è noiosissimo.

— Che ne sa lei? — domandò Elena ridendo.

— Oh, non c’è pericolo ch’io faccia viaggio di nozze, stia tranquillo....

— Oh. io sono tranquillissimo! esclamò, fa-

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.