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V.


Elena uscì scuotendo la testa; Giovanna nervosa e triste sedeva davanti alla finestra, mettendosi una sedia al fianco, e abbandonandovisi con stanchezza. Non si svestì, sperando che Cosimo tornasse coi concertisti della sua musica, e restò presso la finestra.

Il vento s’era calmato, ma grandi nuvole umide e tetre oscuravano il cielo, rendendo la sera desolata e triste.

Anche Maria stava alla finestra, più pallida del solito, e Giovanna vedendola pensava con cattiveria:

— Giacchè ella è alla finestra Cosimo non larderà a rientrare: ella lo sa.

Ma Cosimo non rientrava, e ad un tratto la testina di Maria si ritirò vivamente:

— Che c’è? — pensò Giovanna, sporgendosi sul davanzale. — Ah, è Peppina che passa. Viene forse in casa? Sì, viene in casa. Che noia.

Si ritirò anch’essa, per non esser veduta, ma restò presso la finestra, e vide che Maria, passata la signorina Marchis, si affacciava timidamente.

— Quella sì ch’è innamorata! pensò Gio-

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