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la ricchezza dei poveri. 123

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CAPITOLO SETTIMO.

Istituti ospitalieri.


Lessi che si cambiano i Governatori di varie Opere pie in Napoli, e fra le altre dell’Albergo dei Poveri e dell’Ospedale degl’Incurabili. Ma il cambiare gli uomini, senza cambiare il sistema dalla base alla cima, tornerà cosa vana.

Non mi propongo di parlare a lungo dell’Ospedale degl’Incurabili, per la semplice ragione che mi riesci impossibile, malgrado delle larghe promesse, di avere dati e statistiche accurate. Ma lo visitai per filo e per segno, e mentre credo che difficilmente si troverà un Ospedale meglio ordinato di quello della Pace, non dubito di esagerare, affermando che difficilmente in Europa oggidì esiste un luogo così infelice e disadatto ad alleviare le sofferenze e a curar le malattie dell’umanità, quanto il giustamente nominato degl’Incurabili. La sudiceria, l’aria mefitica, la polvere nauseante che si sollevano dai pavimenti, i buchi senza scolo che servono per cessi, lo squallore e la luridezza dappertutto, ma specialmente nella quinta sala, fanno si che per lo meno si debba scrivere sul vestibolo: «Lasciate ogni speranza, o voi che entrate.»

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