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80 parte seconda.

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Finalmente, la merce d’una visita fattami dal signor Pietro Simoni e d’un giornale intitolato: La Beneficenza Napoletana, mi venne dato di mettere insieme i seguenti fatti.

Sia che Girolamo Cardano, pavese, o Pietro Ponci, monaco benedettino spagnuolo, contemporanei, fossero gl’inventori del sistema oggi in voga per l’educazione dei Sordo-muti, è certo che il Governo napoletano, ad imitazione di quello di Roma, istituiva nel 1790 la scuola dei Sordo-muti nel locale del Collegio detto del Salvatore, annesso all’Università, e che questa scuola fu oggetto dell’ammirazione degli stranieri che vennero a visitarla, e riprodurla in Francia, in Germania, in Irlanda è perfino in Filadelfia. E nell’Archivio generale dell’ex-Regno, sotto il titolo: Ministero dell’Interno di Napoli, Fascio n. 2310, Scuola dei Sordo-muti, trovansi due grossi volumi contenenti le carte legali ed amministrative riferentisi a detta scuola.

Nel 1806 essa ricevette determinato carattere governativo, con edificio suo proprio, riconfermato ed accresciuto sui fondi dell’Università medesima, tanto pe’ maestri e il direttore, quanto per gli allievi; ed in quel tempo fu esplicitamente dichiarato la vigilanza della scuola doversi spettare alla Commissione dell’istruzione. Analogo decreto di Giuseppe Napoleone, re di Napoli e di Sicilia, ristabilì la scuola dei Sordo-muti nel Gesù Vecchio e fornilla di tutto il necessario, e di più fu stabilito un insegnamento pei maestri che avessero in animo di dedicarsi all’educazione dei Sordo-muti, formandosi così una scuola magistrale.

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