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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|L'Utopia e La città del Sole.djvu{{padleft:110|3|0]]di questa repubblica? Che equità è quella che un nobile ovvero orefice od usuraio, oppure qualunque altro che non opera cosa alcuna, ovvero ogni cui fatto è poco necessario alla repubblica, si acquisti il vivere delicato e splendido: quando che un servo, un lavoratore de’campi, un fabbro, un carrettiere, con tanta fatica diurna e notturna che non la patirebbero i buoi, si guadagna parcamente il vivere, quasi peggiore che quello degli animali? Perocché questi non lavorano tanto assiduamente, nè stanno in timore delle cose avvenire; ma gli altri sono afflitti dalla poco fruttuosa fatica, e pensando alla povertà, che aspettano in vecchiezza, restano vinti dal dolore. Poiché vedendo di non poter tanto guadagnare, che basti loro di giorno in giorno, perdono ogni speranza di riporre cosa alcuna pel futuro. Non è ingiusta quella repubblica ed ingrata, la quale dà liberamente tanti doni ai nobili, agli oziosi, agli artefici de’ vani diletti, agli adulatori, e non provvede ai lavoratori di terreno, ai carbonaj, ai servi, ai carrettieri ed ai fabbri, senza i quali non può stare alcuna civil società? anzi essendosi delle loro fatiche servita, mentre che erano giovani, poiché invecchiano, li lascia di disagio morire in estrema povertà. Che dirò come i ricchi pigliano ancora del salario diurno dei poveri, non solamente con violenza o frode, ma con pubbliche leggi? Considerando adunque tutte le repubbliche, che ora fioriscono, così mi ami Dio, che non veggo altro, che una congiura di ricchi, la quale tratta dei propri comodi. Sotto nome di repubblica ricercano essi ogni modo od arte, con la quale possano fare grandi acquisti, e tenerseli senza timore; di poi come con piccioli salari aver le fatiche dei poveri, e servirsene a loro voglia. Quelli trovamenti dei ricchi sotto colore di repubblica diventano leggi. Tuttavia que’ pessimi uomini, poiché hanno con insaziabile appetito diviso tra loro ciò, che a tutti dovea bastare, sono degli Utopiensi inferiori, quanto alla felicità della repubblica loro; dalla quale essendo levata via