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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|L'Utopia e La città del Sole.djvu{{padleft:144|3|0]]incominciano l’attacco con archibugi. Seguono le falangi colle aste, e poscia i frombolieri moltissimo stimati ed avvezzi a combattere, alcuni scorrendo quasi entro alla tessitura delle file, altri avanzandosi di fronte, altri serrandosi a vicenda. Hanno anche squadre che assicurano l'esercito colle picche. Finalmente la battaglia viene decisa dalle spade.
Terminata la guerra celebrano trionfi militari come gli antichi Romani, ed anco meglio. Si rendono grazie a Dio con preghiere, ed il sommo duce della spedizione entra nel tempio, dove un poeta od uno storico, ch’assiste ai fatti, bene o male gli espone. Dopo Hoh depone una corona d’alloro sulla testa del duce, e quindi segue la distribuzione dei regali e degli onori ai soldati che più sonosi segnalati, e per molti giorni questi vengono dispensati d’ogni fatica. Ma gli abitanti solari non amando l’ozio, impiegano queste vacanze al soccorso degli amici. All’opposto que’ duci che furono vinti, o perdettero l’occasione d’una più completa vittoria, per colpa propria sono infamati. Il primo poi fra i soldati che prese la fuga, non può sottrarsi alla morte se non quando l’esercito intero domanda la grazia della sua vita, ed ognuno assume sopra di sè una parte del castigo. Ma questa indulgenza avviene raramente, e solo quando militino speciali circostanze. È battuto colle verghe chi non soccorse l’amico, e chi si mostrò disobbediente è rinchiuso in un recinto ad esser divorato dalle fiere ponendo a lui nelle mani un bastone, e se avrà vinto gli orsi ed i leoni, che cola custodisconsi, il che è quasi impossibile, è nuovamente ammesso nella società.
Le città soggiogate o sottopostesi di spontanea volontà, mettono tosto in comune ogni cosa, accettano guarnigioni e magistrati solari, ed a poco a poco abituansi ai costumi della città del Sole, maestra di tutte, ove spediscono pure i figli, ai quali senza alcuna spesa vien data una perfetta istruzione.
Opera di soverchia lunghezza sarebbe parlare degli esploratori, e dei loro maestri, delle sentinelle, degli or-