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162 | questioni |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|L'Utopia e La città del Sole.djvu{{padleft:186|3|0]]munanza è di diritto naturale nello stato di natura ma Adamo avendo peccato fu derogato a tal diritto. Ma vana è questa risposta poichè, come dice S. Tommaso il peccato non distrugge i beni di natura, ma solo quelli di grazia. Esso offese la natura e la ragione, ma non introdusse un nuovo diritto; quindi se la comunanza fu di diritto, la sola ingiustizia potè introdurre la divisione. Perciò anche la glossa sul testo di S. Clemente dice che essa fu introdotta: per iniquitatem, idest per jus gentium contrarium juri naturali. Ma come vi può essere diritto se è contrario alla natura, che è l’arte divina? Così il diritto sarebbe un peccato. Scoto risponde che ciò avviene per l’iniquità, cioè pel peccato originale, ma questo commento è vano, poichè come spiegherà le parole di S. Ambrogio, che dice la divisione introdotta dall’avarizia e dalla violenza? Di più S. Clemente dice che gli Apostoli ci hanno rimessi nello stato di jus naturale; adunque questa che fu iniquità lo è pur ora. Gaetano insegna che fu una comunanza naturale negativa, cioè che la natura non insegnò la divisione: ma non affermativa, come se avesse detto di vivere in comune e non altrimenti. E Scoto vi aderisce come al solito, ma aggiunge, come mai allora la divisione verrebbe dall’iniquità e dall’avarizia, come insegnano i santi, se la comunanza nello stato di natura non fu che negativa? Quindi con più ragione S. Tommaso insegna l’uso comune essere di diritto naturale, la distribuzione poi e l’acquisto della proprietà essere di diritto positivo. E questa divisione non può essere contraria alla natura, poichè questa proprietà è nel caso di necessità, e in tutto ciò che succede, il necessario divien comunità, come insegna parlando dell'elemosine; poichè tutto ciò che eccede i bisogni della persona e della natura, si deve donare, altrimenti non sarebbero condannati nel giorno del giudizio quelli che non sollevarono i bisognosi. E sebbene questa dottrina di S. Tommaso sembri giustificare in qualche parte la divisione, non le accorda però che il diritto di distri-