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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|L'Utopia e La città del Sole.djvu{{padleft:29|3|0]]con lui penserò di avermi scordato questo: ma se non te lo ricordi, scriverò come ho detto, e studierò di narrare il vero, e nei dubbj guarderommi a mio potere da menzogna; studiando esser tenuto piuttosto uomo dabbene che prudente. Potrai tuttavia intendere di questo o alla presenza o con lettere dallo stesso Raffaello, ed è necessario che lo intendi ancora per un altro dubbio occorso, non so se per mia colpa o tua, ovvero di Raffaello medesimo. Perchè non ci venne in mente di chiedere da esso in qual mare era posta quest’isola, nè in qual parte di quel mondo nuovo. Vorrei con alquanto del mio ricomperare questa cognizione, perchè mi vergogno non sapere in qual mare ella sia, dovendone ragionare così a lungo, ed ancora perchè due de’ nostri uomini, ma uno specialmente pio e teologo, brama di andare in Utopia, non già per curiosità di veder cose nuove, ma per aumentare la cristiana religione, ivi cominciata. Ed ha disposto di farsi creare dal pontefice vescovo di Utopia, giudicando che sia fruttuoso il ricercare tale officio, non mirando all’onore nè al guadagno, ma alla pietà. Pregoti adunque, o Pietro, che alla presenza o con lettere vogli tanto intendere circa quest’isola da Itlodeo, che non vi sia alcuna falsità, nè vi manchi verità alcuna. E per mio avviso sarebbe comodo mostrargli questo libro, quando che niuno potrà meglio correggervi gli errori, e con più acconcio lo farà, avendo in mano questo mio scritto. Potrai ancora intendere quando gli piaccia ch’io mandi in pubblico quest’opera. Perchè s’egli avesse disposto di scrivere le sue fatiche, forse avrà a male ch’io le scriva, ed io altresì mi rimarrò di preoccupargli questo nuovo fiore di pubblicare la repubblica Utopiense: quantunque non ho determinato ancora s’io voglia pubblicarla. Perchè sono tanto rari i gusti degli uomini, tanto difficili gli ingegni, tanto ingrati gli animi, e sconci i giudizj, che meglio riesce appo loro chi si dà buon tempo, che chi si affligge a comporre qualche opera, che possa giovare o dilettare. Molti non hanno lettere, e molti le sprezzano. Chi è barbaro giudica duro lo stile;