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92 PARTE SECONDA CL. III.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|L'aes grave del Museo Kircheriano.djvu{{padleft:108|3|0]]sto cenno desterà l’amor patrio de’ Volterrani a rivendicare anche questa parte dell’antica loro gloria e grandezza, e ne introdurrà nella confidenza d’un qualcuno di que’ letterati, co’ quali non abbiam finora niuna diretta comunicazione.

A convalidare ciò che dicevam da principio, che le monete di Volterra sieno forse le ultime di tempo tra le etrusche, perchè sono le meno pesanti, aggiungeremo qui la situazione di quella città. Le ricerche e gli studj nostri ci scuoprono ch’essa è l’estrema tra le città che in quella provincia ebber moneta. I pisani, i lucensi e i lunensi, che sono più che Volterra lontani dal centro d’Etruria, non han saputo finora additarci alcun loro certo monumento di questo genere. Siccome poi l’arte della moneta pare che dalle città più meridionali s’andasse lentamente diffondendo verso le settentrionali; cosi non sarebbe improbabile, che Volterra ch’era l’estrema di luogo, fosse stata anche l’estrema di tempo.

Le officine de’ volterrani si distinguon da quelle degli altri etruschi nella cornice, che non ricavano mai dal contorno della loro moneta, e nella iscrizione che sempre vi scolpiscono intera. Su le altre dieci tavole di questa classe può, chi il voglia, verificare amendue queste differenze.

Finalmente avvisiamo i lettori che in altra più comoda occasione ci riserbiamo a dare un qualche cenno intorno alle città che poterono essere più particolarmente legate con Volterra, e che potrebbono aver diritto alla serie certa che manca di clava nel rovescio e alla incerta per noi che in luogo della clava ha il delfino, e intorno al perchè non abbiam quivi fatta di esse alcuna menzione.

TAVOLA II.


I tentativi da noi fatti per iscoprire la città che può avere un probabile diritto a questa curiosa serie di monete, sono tornati quasi al tutto inutili. L’effetto principale delle nostre ricerche è stato l’avere scoperto, che queste monete, le quali sono tra le meno comuni della classe, non provengono se non dalle parti più interne dell’ Etruria mediterranea o subapennina. Di più esse non hanno alcuna relazione né con la metropoli di quella parte della provincia, che è Cortona, né con alcuna delle colonie uscite da lei. una tale esclusione dalle città più nobili dell’Apennino e insieme la necessità di pure contenerci nell’interno di que’ monti e di quelle amene ed ubertose valli conducono il nostro pensiero a Fiesole e a Siena, città che quantunque tra loro distanti, sono le sole dell’Apennino che non sieno collegate con Cortona o con le sue colonie.

Al difetto dell’epigrafe, che ne avrebbe recato in mostra il nome della città, ben si vede che qui vi suplivano le imagini le quali vi sono scolpite. Il diritto rappresenta un aruspice od altro qualsiasi interprete di quel-

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