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RAGIONAMENTO CL. I. | 55 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|L'aes grave del Museo Kircheriano.djvu{{padleft:71|3|0]] II difetto del ripostiglio di monte Mario; il difetto in che truovansi le più splendide collezioni di aes grave, che sono state finora publicate; il quasi totale difetto della quarta serie latina nelle monete coniate della XII. tavola dovea necessariamente condurre i nostri studj a rintracciarne la cagione. Ne comunichiamo a’ lettori il risultato, senza alcuna presunzione d’aver colto nel segno. Il Superbo presso Livio (Lib. I. 52.) predicava a’ latini, che eglino erano tutti oriundi da Alba. Or se Alba era la metropoli della nazione, non ci sarà disdetto il conchiudere, che fra le quattro città principali del Lazio, nel cui seno si eressero le quattro officine per la moneta, fin dai tempi primi di Roma, ebbe forse Alba il primo luogo. Ma essa appunto fu quella, contra cui la romana prepotenza fece una delle prime e più solenni sue prove, schiantandola dalle fondamenta. Si può quindi con qualche probabilità argomentare, che la prima delle quattro officine latine a rimanere soppressa fosse l’albana. Da questa soppressione poi avrebbe sua origine la maggiore rarità dell’asse della quarta serie.
Il ricomparire che fa la falce di questa quarta serie fusa nelle monete della prima serie coniata, non sarebbe un mistero gran fatto difficile a interpretarsi; se si volesse ammettere, che i latini della seconda epoca, nel ristabilire le loro officine, avesser voluto rinnovare in una d’esse la memoria della metropoli che più non era.
Facciasi anche un ultimo passo in questa investigazione che è forse la più curiosa di quante finora ne sono state tentate nello studio di questo aes grave. Quali sarebbono elle state mai queste quattro città privilegiate dell’antico Lazio? Sopra Alba non possono cader dubbj. Tuscolo, Aricia e Lanuvio sono dopo Alba nelle antiche memorie di questa provincia le più rinomate ed illustri. Le altre periere sine vestigiis: queste quattro sono quasi le sole che rimangano superstiti; quantunque Tuscolo ed Alba sieno state con diverso nome rifabricate altrove; ciò che in parte è accaduto anche a Lanuvio rispetto al nome, ad Aricia rispetto al luogo. Se ad Alba appartenesse l’asse più raro, a Tuscolo apparterrebbe forse il più comune che è quello del bifronte senza falce. Noi guidandoci colla direzione della storfa troviamo i tusculani primeggiare tra i latini dopo la distruzione d’Alba : anche perciò non sapremmo dove meglio collocare la zecca dell’oro, elettro ed argento, ove furono coniati i bifronti della tavola XII. Aricia era tra le città latine la più prossima alla sfortunata Alba. L’antica territorio albano divenne, dopo la memoranda distruzione di quella città, territorio aricino; e su queste terre appunta cominciò poca dipoi a nascere la nuova Alba, venuta ne’ moderni tempi a tanta celebrità e floridezza tra i sobborghi di Roma. Gli Aricini, divenuti quasi padroni del territorio d’Alba, potrebbe essere che nello stabilire la loro, seconda officina per la moneta, volessero riprodurre quella falce non tanto a rinnovare le rimembranze del beato secolo di Saturno, quanto quelle della tradita metropoli. Agli aricini per tal modo avrebbe appartenuto la prima serie latina senza clava, egualmente che le mo-